
Nel 2024, il rapporto tra debito pubblico e PIL è cresciuto dello 0,7%, invertendo la tendenza positiva registrata nel triennio precedente. Questo indicatore misura la sostenibilità del debito statale: se sale, significa che il debito cresce più velocemente dell’economia. Se scende, succede l’opposto.
Bonus edilizi: il conto è salato
Secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio, il colpevole numero uno è la spesa legata ai bonus edilizi, come il Superbonus. Il pagamento dei crediti fiscali ha inciso per 1 punto percentuale sull’aumento. Senza questi effetti, il rapporto debito/PIL sarebbe diminuito dello 0,3%.
L’effetto “palla di neve”
A peggiorare la situazione è intervenuto anche l’effetto snowball: i tassi d’interesse sul debito sono stati più alti della crescita economica. Risultato? Il peso del debito rispetto alla ricchezza prodotta dal Paese è aumentato di altri 0,2 punti percentuali.
Un segnale positivo: il saldo primario
C’è però un dato incoraggiante: per la prima volta dal 2019, la pubblica amministrazione ha registrato un saldo primario positivo – incassando più di quanto speso (al netto degli interessi). Questo ha ridotto il rapporto debito/PIL di 0,4 punti percentuali, attenuando in parte l’aumento complessivo.
Una questione di equilibrio
Il debito pubblico non è solo una cifra: è un equilibrio tra crescita economica, spesa pubblica e politiche fiscali. E se gli incentivi non sono sostenibili nel lungo termine, i conti — prima o poi — tornano. Con gli interessi.