Italia, Def: no all’aumento dell'Iva e flat tax per il ceto medio

Salvini e il braccio di ferro sul taglio dell'Irpef. Tria frena: nel documento si indica un sentiero di riforma per i prossimi anni che prevede solo un’anticipazione con due aliquote al 15 e 20%. Nei nuovi numeri il debito sale, peggiora il deficit e crescita dello 0,2% nel 2019

Def: no all’aumento dell'Iva e flat tax per il ceto medio

Il Pil del 2019 sale dello 0.2%, anziché dello 0,1%, per effetto delle misure sulla crescita, il deficit che dal 2% stimato a dicembre lievita al 2,4% e il debito pubblico, pur includendo dismissioni per circa 17 miliardi di euro, si gonfia ulteriormente arrivando a toccare il 132,7%. Sono questi i numeri portanti del nuovo Def.

E la tanto discussa flat tax? Salvini e la Lega si aspettavano una aliquota al 15% per il ceto medio, indicato in redditi fino a 50 mila euro. Ma il costo d 12-15 mld è insopportabile per le finanze pubbliche che devono già reperire 23 mld per sterilizzare gli aumenti Iva che scatterebbero il prossimo anno. Ecco perché viene inserito il riferimento ai redditi fino a 30mila euro, poi dopo le elezioni e l'estate si vedrà.

Per il momento si delinea un punto d'arrivo con due aliquote: "Il sentiero di riforma per i prossimi anni prevede la graduale estensione del regime d'imposta sulle persone fisiche a due aliquote Irpef del 15 e 20%, a partire dai redditi più bassi, al contempo riformando le deduzioni e detrazioni", si leggeva in una delle bozze circolate prima della riunione.

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