
Moody’s rompe un digiuno lungo 23 anni e migliora il rating dell’Italia da Baa3 a Baa2, alzando allo stesso tempo l’outlook da positivo a stabile. Una decisione che riflette — secondo l’agenzia — un rafforzamento delle politiche economiche, una maggiore stabilità politica e un andamento più virtuoso dei conti pubblici.
Giorgetti: “Fiducia ritrovata nell’Italia”
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha accolto la notizia come una conferma della solidità dell’azione governativa. “Siamo soddisfatti della promozione di Moody’s, la prima dopo 23 anni. È un segnale di fiducia verso questo governo e verso l’Italia”, ha dichiarato.
Deficit in calo e conti più solidi
Negli ultimi mesi l’esecutivo ha rivisto al ribasso il deficit per il 2025, puntando al 3% del PIL e mirando a uscire un anno prima dalla procedura d’infrazione. Il percorso è sostenuto da entrate fiscali più robuste e dal minor costo del servizio del debito. L’ultimo upgrade risaliva ormai al 2002.
Moody’s: “Stabilità politica e riforme efficaci”
L’agenzia motiva l’upgrade con: maggiore stabilità politica; continuità delle politiche economiche; efficacia delle riforme e degli investimenti del PNRR, dove l’Italia risulta tra i Paesi più virtuosi per obiettivi raggiunti; prospettive di ulteriori interventi a sostegno della crescita e del consolidamento fiscale. Secondo Moody’s, il debito pubblico — oggi tra i più alti dell’Eurozona — potrebbe iniziare a calare gradualmente dal 2027.
Punti di forza e rischi secondo Moody’s
L’outlook stabile riflette un equilibrio tra opportunità e criticità: le riforme strutturali possono migliorare la crescita e alleggerire i conti pubblici; la riduzione del debito, però, dipende da un PIL dinamico (l’Italia continua ad avere una crescita economica modesta, nonostante il PNRR) e da avanzi primari robusti; il solido sistema bancario e la buona posizione finanziaria del settore privato restano elementi stabilizzanti; l’invecchiamento demografico continua a pesare sulle prospettive di lungo periodo.
Una stagione di upgrade per l’Italia
La decisione di Moody’s arriva in un contesto favorevole:
S&P ha alzato il rating ad aprile (BBB+);
Fitch ha promosso l’Italia a BBB+ a settembre;
DBRS Morningstar ha portato il rating a A (low);
Scope ha migliorato l’outlook a positivo.
Il nuovo giudizio Moody’s potrebbe tradursi in tassi più bassi per il finanziamento del debito e in una maggiore credibilità sui mercati internazionali. Il problema è che il rigore sui conti pubblici ha un prezzo salato da pagare in termini di una crescita economica che continua da decenni ad essere debole.






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