In quali paesi Ocse il cuneo fiscale è più alto? Belgio, Germania, Austria e Francia. L’Italia è quinta

Il problema tuttavia non è tanto il livello del cuneo fiscale quanto quello delle retribuzioni in valore assoluto, che in Italia restano troppo bassi. Nel nostro paese il salario lordo annuale si ferma a 52.324 dollari a parità di potere d’acquisto e vede la Penisola al 19esimo posto, esattamente a metà classifica tra i 38 Paesi Ocse

In quali paesi Ocse il cuneo fiscale è più alto?

Il peso del fisco sul lavoro si è leggermente alleggerito in Italia, ma il prelievo – tra imposte sul reddito e contributi - resta tra i più elevati nel mondo industrializzato, soprattutto nel caso dei lavoratori con figli. In base al rapporto ‘Taxing Wages’ dell’Ocse, nel nostro paese il cuneo fiscale (ovvero la differenza tra il costo per il datore di lavoro e la retribuzione netta percepita dal dipendente) nel 2021 è stato pari al 46,5%, in calo di 0,4 punti rispetto al 2020 e posiziona l’Italia al quinto posto tra i 38 paesi che aderiscono all’Organizzazione con sede a Parigi, con un miglioramento di una posizione rispetto alla precedente graduatoria.

La media Ocse è praticamente invariata al 34,6% (-0,06%), ma nei fatti nel 2021 il cuneo fiscale è aumentato in 24 Paesi, diminuito in 12 Paesi e rimasto invariato in 2. Il fisco più esoso sul lavoro tra i Paesi avanzati nel 2021 è stato quello del Belgio (cuneo al 52,6%), seguito da Germania (48,1%), Austria (47,8%) e Francia (47%). Le percentuali più basse sono invece osservabili in Colombia (zero), Cile (7%) e Nuova Zelanda (19,4%).

Come accennato, il cuneo fiscale italiano è comunque diminuito di 1,4 punti tra il 2019, quando aveva toccato il 47,9%, e il 2021 e si tratta di una delle riduzioni maggiori dell’area Ocse, dove in media il calo rispetto all'ante-Covid è stato di 0,3 punti. Al cuneo italiano pari al 46,5% - nel caso di un lavoratore single con retribuzione media – si arriva sommando il 15,3% di incidenza dell’imposta sui redditi (Ocse 13%), il 7,2% di contributi a carico del lavoratore (Ocse 8,2%) e il 24% dei contributi a carico del datore di lavoro (Ocse 13,5%). Solo la Francia, con il 26,6%, ha una maggiore incidenza in quest’ultimo caso.

Inoltre, anche in Italia il prelievo complessivo su una famiglia monoreddito con figli è inferiore rispetto al lavoratore single, ma con il 37,9%, in aumento di mezzo punto, la Penisola si conferma al di sopra della media Ocse (24,6%, in calo di 0,4 punti) ed è al quarto posto della classifica, preceduta da Francia (39%), Finlandia (38,6%) e Turchia (38,3%). Gli assegni per i figli e gli sgravi che tendono a ridurre il peso del fisco sul lavoratore con figli, in Italia sono del resto inferiori (8,6 punti percentuali) rispetto alla media Ocse (10 punti).

Se poi in una famiglia con due figli i redditi da lavoro sono due, il cuneo complessivo nella Penisola risulta del 40,9% a fronte di una media Ocse pari al 28,8% e ad esempio del 16,8% della Svizzera, del 17,3% della Nuova Zelanda e del 17,9% degli Usa, fino ai casi della Colombia (-6%) e del Cile (-8,6%). In questi ultimi due paesi vengono versati benefit e non sono pagate tasse. In tale caso il fisco italiano condivide con Francia e Germania il secondo posto per il peso del prelievo, che vede il Belgio (45,2%) primeggiare nuovamente.

Venendo, infine, ai dati armonizzati in dollari su retribuzioni e costo del lavoro, l’Italia scende in classifica. Il costo annuale del lavoro nel caso del lavoratore medio single in Italia risulta pari a 68.848 dollari a parità di potere d’acquisto contro i 58.280 della media Ocse. È al 15esimo posto nell’area, con un livello più elevato degli Usa (68.077 dollari), di Canada, Australia, Corea, Giappone (60mila) e Spagna (57mila). Al tempo stesso è molto inferiore non solo alla Svizzera (al primo posto con 89.841 dollari), ma anche alla Germania (85.370) e alla Francia (77.248).

Il salario lordo annuale in Italia è pari a 52.324 dollari a parità di potere d’acquisto e vede la Penisola al 19esimo posto, esattamente a metà classifica tra i 38 Paesi Ocse, dove la media è pari a 50.223, andando da un massimo di 84.437 in Svizzera a un minimo di 13.877 in Colombia.

La retribuzione al netto delle tasse risulta di 36.280 dollari a parità di potere d’acquisto contro i 37.063 della media Ocse e fa scivolare l’Italia al 22esimo posto. Alle spalle dell’Italia c’è la Spagna, con 35mila. La Svizzera svetta sempre al primo posto con oltre 69mila dollari, Olanda e Lussemburgo superano i 53mila, il Regno Unito e Irlanda si avvicinano ai 50mila, gli Usa sono prossimi a 49mila, la Germania è a 44.300 e la Francia a 41mila. In fondo alla graduatoria, la Colombia con 13.877.

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