Titoli di Stato Usa ai minimi, rendimenti al 5,15%: venti di tempesta sul debito statunitense

Il rendimento dei Treasury sfiora i livelli del 2007, anno della crisi Lehman. In Europa salgono anche Btp e Bund. Sotto accusa i tagli fiscali di Trump e il downgrade di Moody’s

Titoli di Stato al 5,15%: venti di tempesta sul debito

I titoli di Stato Usa continuano a perdere terreno. Durante le ultime contrattazioni, il rendimento dei Treasury ha toccato quota 5,15%, sfiorando il livello record del 5,17% raggiunto nel 2007, poco prima della crisi finanziaria che travolse il mondo con il crollo di Lehman Brothers.

L’inversione tra prezzo e rendimento evidenzia le crescenti preoccupazioni del mercato sulla sostenibilità del debito pubblico statunitense, zavorrato da nuove manovre espansive.

Il decreto fiscale di Trump fa tremare i mercati

A pesare è l’impatto del nuovo decreto fiscale voluto da Donald Trump, che prevede tagli massicci alle tasse e alla spesa sociale, innalzando il tetto del debito federale di 4.000 miliardi di dollari.

Secondo il “Comitato per un budget federale responsabile”, la misura rischia di gonfiare il debito pubblico statunitense di oltre 3.300 miliardi nei prossimi dieci anni, portando il rapporto debito/Pil al 125%.

I repubblicani difendono la manovra: “Più crescita, più entrate fiscali”. Ma il provvedimento è passato alla Camera con un solo voto di scarto, e ora è atteso in Senato.

Rimbalzo sui mercati europei: salgono Btp e Bund

La corsa dei rendimenti Usa ha contagiato anche i mercati europei. Il Btp decennale italiano ha toccato il 3,68% per poi chiudere al 3,65%.

Il Bund tedesco trentennale, considerato tra i titoli più sicuri al mondo, ha raggiunto i massimi da due mesi con un rendimento del 3,17%.

Anche in Giappone si è registrato un effetto domino, con rialzi dei tassi sui bond sovrani.

Moody’s toglie la tripla A: l’ultima spallata alla fiducia

Non bastassero i timori sul debito e i dazi, è arrivata anche la stangata di Moody’s. L’agenzia di rating ha tolto la tripla A al debito americano, seguendo le orme di S&P e Fitch.

Era l’ultima delle “Big Three” a riconoscere ancora il massimo punteggio agli Stati Uniti. Ora, anche il mercato deve fare i conti con un giudizio formale che mette in discussione l’affidabilità creditizia della prima economia mondiale.

Il rendimento sale, la fiducia vacilla: il debito Usa è tornato a essere una variabile geopolitica e finanziaria da monitorare con attenzione.

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