
La pandemia di Covid-19 ha lasciato un messaggio chiaro: senza cooperazione globale, nessun Paese è davvero al sicuro. Eppure oggi, con i tagli alla cooperazione internazionale e la stretta ai finanziamenti per salute e ricerca, il mondo rischia di farsi trovare impreparato davanti alla prossima crisi sanitaria.
La risposta? Alleanze intelligenti
Lo abbiamo visto con l’iniziativa COVAX: Gavi (the Vaccine Alliance è una partnership pubblico-privata creata nel 2000 allo scopo di diffondere nei paesi poveri i programmi di immunizzazione e accelerare l’accesso ai nuovi vaccini) e la Banca europea per gli investimenti (Bei) hanno mobilitato insieme 600 milioni di euro, garantendo quasi 2 miliardi di dosi di vaccino a oltre 100 Paesi a basso reddito. Una dimostrazione concreta che la solidarietà, se ben organizzata, può salvare vite.
Nessuno è al sicuro da solo
L’accesso equo a test, vaccini e tecnologie sanitarie ha ridotto la diffusione del virus e le varianti più pericolose. Come dimenticare il ruolo dei laboratori sudafricani nella scoperta della variante Omicron? La prevenzione funziona solo se è globale. Chiudere gli occhi sul problema non lo renderà meno reale.
Un miliardo per i vaccini del futuro
Oggi la Bei sta fornendo a Gavi 1 miliardo di euro per accelerare l’accesso ai vaccini contro minacce future come l’Ebola e potenziare le vaccinazioni di routine contro morbillo, HPV, malaria. L’orizzonte si allarga anche a nuove soluzioni, come un vaccino contro la tubercolosi.
Africa al centro: dalla dipendenza alla sovranità
Il continente africano ospita il 20% della popolazione mondiale ma produce solo lo 0,1% dei vaccini. Il nuovo Acceleratore Africano da 1,2 miliardi di dollari punta a cambiare le regole del gioco. Con il supporto della Bei e di altri partner europei, nuovi impianti stanno sorgendo in Ghana, Senegal e Sudafrica.
Un investimento che ci protegge tutti
Investire in salute globale non è beneficenza, è lungimiranza. Ai virus non interessa la geografia, i confini o la politica: colpiscono dove trovano vulnerabilità. Sostenere i sistemi sanitari più fragili è oggi la migliore assicurazione contro le pandemie di domani.
La salute non conosce confini
Il mondo ha già dimostrato di saper reagire in modo collettivo. Ora serve rafforzare quella cooperazione, innovare nei modelli di finanziamento e garantire che nessuno resti indietro. Perché la salute, come la sicurezza, non conosce confini.