1 milione di decessi in Cina per il Coronavirus. Questo è lo scenario pessimistico previsto nei prossimi mesi dal Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie di fronte allo smantellamento in corso della strategia 0 Covid.
Un dato impressionante che va relativizzato rispetto alla popolazione complessiva (1,4 miliardi di persone). Di cui 1 milione rappresenta lo 0,07%: molto meno dello 0,3% della popolazione morta per Covid da inizio pandemia in Italia. E anche ben quattro volte meno dei 4 milioni di decessi registrati in India.
Resta però un numero indigesto per un Paese che per anni si è vantato della propria gestione della pandemia. La quale, secondo i dati ufficiali presentati dal governo cinese, avrebbe finora causato 5235 morti.
Sempre secondo il Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie, Pechino potrebbe riuscire a ridurre i decessi per Covid nell’ordine dei 600mila. Ma per farlo dovrà raggiungere una copertura vaccinale con quarta dose dell’85% della popolazione.
Un traguardo al momento impossibile per un Paese dove meno del 40% degli ultraottantenni ha ricevuto la terza dose di un vaccino domestico che si è dimostrato peraltro poco efficace: la protezione contro un decorso grave della malattia è quasi la metà rispetto a quella fornita da 3 dosi di vaccini a Rna messaggero.
Nel frattempo, si rivivono in Cina scenari che erano diventati familiari durante i picchi pandemici in Europa. Nonostante le restrizioni vengano meno, le strade delle grandi città di svuotano per il timore di contagi e autoisolamenti. Il picco pandemico nello Stato asiatico è atteso per fine gennaio. Senza restrizioni rigidissime (appena allentate da Pechino), riusciranno i sistemi sanitario, economico, e politico a resistere all’impatto?