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La transizione energetica globale avanza tra compromessi politici e ritardi diplomatici, ma fuori dai tavoli negoziali qualcosa sta già cambiando. A guidare il cambiamento non sono le dichiarazioni dei vertici sul clima, bensì la scala degli investimenti. E su questo fronte, secondo l’analista Muyi Yang, la Cina è diventata il vero perno del nuovo sistema energetico globale.
Oltre la COP30: la svolta passa dall’industria
Il recente vertice COP30 di Belém, in Brasile, si è chiuso con accordi fragili e senza una tabella di marcia chiara sull’uscita dai combustibili fossili. Ma, come sottolinea Yang in un articolo pubblicato su Le Monde, la trasformazione energetica sta procedendo comunque, spinta da tecnologie pulite sempre più accessibili e rapide da implementare. E nessun Paese ha inciso quanto la Cina.
Numeri senza precedenti nelle rinnovabili
Tra il 2021 e il 2024 Pechino ha installato quasi la stessa capacità eolica e solare del resto del mondo messo insieme, superando con sei anni di anticipo l’obiettivo ufficiale di 1.200 GW al 2030. Lo slancio non si è fermato: nella sola prima metà del 2025 la Cina ha aggiunto oltre 210 GW di solare – più dell’intera capacità installata degli Stati Uniti – e 51 GW di eolico.
Un cambiamento strutturale, non solo quantitativo
Secondo Yang, non si tratta solo di potenza installata. La Cina sta costruendo un megasistema energetico integrato, capace di sostenere una rete rinnovabile su scala continentale e di garantire stabilità all’intera economia. È un passaggio chiave: dalla sperimentazione alla piena infrastrutturazione.
Reti, batterie e super-linee elettriche
Dal lato dell’offerta, la trasformazione poggia su investimenti massicci nelle reti elettriche, in particolare sulle linee ad altissima tensione, fondamentali per trasportare energia rinnovabile dalle aree interne ai grandi poli industriali e urbani. A questo si affianca un uso crescente di sistemi di accumulo a batteria, indispensabili per bilanciare una produzione intermittente.
L’elettricità conquista l’economia reale
Anche la domanda sta cambiando rapidamente. Nel 2023 l’elettricità ha rappresentato circa un terzo del consumo energetico finale, superando molte economie avanzate. È oggi la principale fonte energetica negli edifici e, dal 2023, ha superato il carbone come prima fonte nell’industria. Nei trasporti il petrolio resta dominante, ma la diffusione accelerata dei veicoli elettrici sta ridisegnando anche questo settore.
Il vantaggio cinese: il mercato interno
Il vero fattore distintivo, conclude Yang, è l’immenso mercato domestico. La Cina ha potuto costruire la spina dorsale industriale della transizione energetica globale testando, scalando e rendendo competitive le tecnologie verdi al proprio interno. Un vantaggio che oggi si traduce in leadership industriale, capacità produttiva e influenza geopolitica.
Una lezione per il resto del mondo
Mentre Europa e Stati Uniti discutono di politiche industriali e sicurezza energetica, Pechino ha già dimostrato che la transizione è prima di tutto una questione di scala, infrastrutture e domanda interna. E il nuovo equilibrio energetico globale, piaccia o no, passa da lì.




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