Brasile, i contadini senza terra che ribaltano la teoria dei diritti di proprietà

Un nuovo studio mette in discussione un principio dato per scontato: la sicurezza della proprietà non è sempre la chiave per stimolare gli investimenti. Il caso sorprendente del Movimento Sem Terra in Brasile

I contadini senza terra che ribaltano la teoria dei diritti di proprietà

Per decenni, molti economisti e giuristi hanno sostenuto una convinzione granitica: nessun investimento fiorisce senza diritti di proprietà certi. Eppure, una ricerca condotta in Brasile mostra il contrario. Proprio dove la proprietà è più incerta — su terre abbandonate o improduttive — crescono gli investimenti, stimolati dall’azione del Movimento dei contadini senza terra (MST).

I property rights sotto esame

Da Hobbes a Locke, fino ai lavori più recenti di economisti come Armen Alchian, Harold Demsetz e Timothy Besley, la teoria dominante è chiara: la tutela legale della proprietà incentiva chi investe, offrendo garanzie contro futuri espropri. Se manca questa sicurezza, il rischio scoraggia ogni iniziativa. Ma è sempre così?

Ghana e Brasile: due eccezioni illuminanti

Già negli anni ‘90, Besley dimostrò che in Ghana la relazione tra diritti di proprietà e investimenti è bidirezionale: si investe anche per ottenere il diritto, non solo perché lo si possiede. Una nuova ricerca, stavolta condotta in Brasile, aggiunge un altro tassello al puzzle, evidenziando che una minaccia ai diritti di proprietà può paradossalmente stimolare l’azione economica.

Brasile, un paese spaccato tra latifondi e fame di terra

Con l’1% dei latifondisti che detiene il 45% delle terre agricole, il Brasile è uno dei paesi con la maggiore concentrazione fondiaria al mondo. Accanto a queste grandi proprietà, spesso incolte, ci sono circa 3 milioni di contadini senza terra. Una disuguaglianza ereditata dal periodo coloniale, che ha alimentato tensioni sociali e richieste di riforma.

Il Movimento Sem Terra: occupare per coltivare

Dal 1985, il Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem Terra (MST) guida la lotta per la redistribuzione della terra. Sfruttando l’articolo 184 della Costituzione brasiliana, il MST occupa terre improduttive che, in seguito, vengono spesso espropriate e redistribuite dallo Stato tramite l’agenzia Incra. Un’azione che ha cambiato il volto della campagna brasiliana.

Un effetto inatteso: più investimenti dove i diritti sono incerti

Lo studio mostra che nei territori dove il MST è attivo, i latifondisti investono di più sulle terre incolte, nel tentativo di evitarne l’occupazione. Allo stesso tempo, i contadini occupanti iniziano a coltivare con mezzi propri. Risultato? Aumentano gli investimenti, anche dove i diritti di proprietà sono più deboli.

Il ruolo delle preferenze psicologiche degli investitori

Il modello teorico alla base dello studio introduce un elemento originale: le preferenze “present-biased” degli investitori. Chi tende a procrastinare gli investimenti, per mancanza di gratificazione immediata, può essere stimolato proprio dalla paura di perdere la terra, cioè dalla debolezza dei propri diritti. Un incentivo “al contrario” che riattiva l’economia agricola.

Una teoria da riscrivere?

Questo studio mette in discussione il dogma dei property rights come motore assoluto dello sviluppo. L’evidenza empirica dal Brasile suggerisce che, in contesti di forte disuguaglianza e inattività fondiaria, l’insicurezza può fungere da catalizzatore. Una provocazione teorica che merita ulteriore ricerca — e che potrebbe riscrivere le regole del gioco in molti paesi del Sud globale.

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