Il Giappone alle prese con l’overtourism

Alle prese con l’overtourism
La città di Kobe (sullo sfondo il secondo ponte sospeso più lungo al mondo)

La crescita vertiginosa di turisti registrata in Giappone negli ultimi anni (25 milioni nel 2023, quasi ai livelli pre pandemia e circa 20 milioni in più rispetto al 2010) sta creando problemi che le amministrazioni locali stanno cercando di tamponare con sanzioni e divieti, che probabilmente poco potranno contro i sessanta milioni di visitatori all’anno a cui punta il governo di Fumio Kishida entro il 2030.

Da aprile a Gion si potrà passeggiare per la via principale, ma sarà vietato entrare nelle stradine private. E, nel tentativo di limitare il numero di persone che quest’estate salirà sul monte Fuji, sarà imposta una tassa per accedere al sentiero più battuto tra quelli che portano in cima al vulcano, che i rifiuti abbandonati e la pressione eccessiva sui servizi igienici rischiano di trasformare in una specie di inferno turistico.

Per promuovere un turismo che rispetti gli abitanti e la loro qualità della vita, il governo di Tokyo vuole innanzitutto tentare di decongestionare le destinazioni più gettonate promuovendo mete meno battute, ma altrettanto “autentiche” (Hokkaido e Okinawa, per esempio).

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