Il mistero delle Borse

Salgono anche se calano le attese di tagli dei tassi Fed

Il mistero delle Borse

Il film sembrava già quasi pronto per essere proiettato in tutte le sale: l’economia rallentava, il mercato del lavoro si indeboliva e la Federal Reserve già a marzo 2024 era costretta a tagliare i tassi per evitare che l’atterraggio morbido dell’economia statunitense si trasformasse in una recessione.

Ma venerdì scorso questo film, che sui mercati pregustavano tutti ormai da tempo, ha avuto il suo colpo di scena: il mercato del lavoro negli Stati Uniti non si sta affatto indebolendo. I dati diramati dal Dipartimento del Lavoro Usa smentiscono almeno in parte la narrativa dominante delle ultime settimane: a novembre negli Stati Uniti sono stati creati 199mila posti di lavoro (contro i 180mila attesi dagli economisti e i 150mila di ottobre), il tasso di disoccupazione è sceso dal 3,9 per cento al 3,7.

Insomma, l’idea che il mercato del lavoro stia peggiorando, tanto da abbassare l’inflazione e da costringere la Federal Reserve a una veloce inversione di marcia sui tassi, è stata almeno in parte smentita.

I dati forti sul mercato del lavoro Usa riducono così le aspettative di un taglio del costo del denaro da parte della Fed già a marzo: salgono i rendimenti dei titoli di Stato, ma anche le Borse. Altri segnali che sembrano suggerire che i tassi resteranno mediamente alti più a lungo termine. Forse anche oltre il 2025.

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