Alimentazione, l’inattesa rivincita degli Ogm

La finanza speculativa sfrutta le difficoltà sul mercato mondiale dei cereali e i titoli Ogm volano. La conseguenza è stata un aumento vertiginoso del prezzo delle commodity agricole (grano duro e tenero, riso, orzo). Fatto che ha spinto paesi strategici, India e Cina, a intraprendere scelte autarchiche

Alimentazione, l’inattesa rivincita degli Ogm

Il gran casinò della finanza speculativa è in fibrillazione. Il menù ora è particolarmente ricco: gas, materie prime, cereali. Così, mentre l’inflazione erode il potere d’acquisto dei consumatori, i mercati sfruttano la situazione.

In Italia, il prezzo del grano duro e quello del grano tenero è aumentato rispettivamente dell’85 e del 70% rispetto al 2021. Eppure, il nostro Paese di grano dalla Russia e dall’Ucraina ne importa poco. Siamo nell’ordine del 3% circa.

Guerra, blocchi alle esportazioni e speculazione sono fattori tra loro correlati. La guerra, con il blocco dei porti ucraini (ci sono 25 milioni di tonnellate di grano bloccate nei silos del Paese), ha creato le condizioni affinché si mettessero in moto i movimenti speculativi degli hedge fund. La conseguenza è stata un aumento vertiginoso del prezzo delle commodity agricole (grano duro e tenero, riso, orzo). Fatto che ha spinto paesi strategici a scelte autarchiche.

Ad esempio l’India, preoccupata per la tendenza rialzista del prezzo dei cereali e per le possibili ripercussioni sulla sicurezza alimentare interna, ha deciso di bloccare le sue esportazioni di grano. A sua volta la Cina, che con oltre 130 milioni di tonnellate all’anno è il primo produttore di grano al mondo, non esporta per soddisfare la sua enorme domanda interna. Nel frattempo gli Stati Uniti stanno beneficiando, grazie all’export, della pressione sui prezzi dei cereali.

Ma non si tratta soltanto di fattori quantitativi. Se da un lato cresce il prezzo del grano, dall’altro salgono i titoli dei colossi degli Ogm che ora rappresentano la nuova frontiera (della produzione cerealicola a livello globale e) degli alti rendimenti, vista la precarietà del mercato mondiale dei cereali (anche a causa della situazione climatica).

Nell’Africa subsahariana, come è stato stimato dalla Fao, la produzione alimentare rischia di contrarsi di circa 30 milioni di tonnellate nell’anno in corso, ciò che serve a sfamare più di cento milioni di persone.

Ma il discorso può essere esteso anche ad altri paesi in via di sviluppo. Financo all’Europa. Infatti, non c’è solo il prezzo del pane in ballo. È tutto il comparto agricolo che annaspa: quello che si prospetta è uno scenario non facile soprattutto per i ceti popolari.

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