Goldman Sachs, 3 miliardi di utili e 4.000 licenziamenti

Goldman Sachs, 3 miliardi di utili e 4.000 licenziamenti

Ben 36,77 miliardi di dollari di ricavi netti nei primi nove mesi del 2022, e 4.000 licenziamenti pronti per il 2023. Come si spiega questa contraddizione in termini da parte di Goldman Sachs? Perché una banca che in nove mesi incassa più della finanziaria dello Stato italiano non riesce a proteggere i propri dipendenti?

La risposta va probabilmente ricercata nell’essenza di ciò che consente al capitalismo statunitense di prosperare. Il 2021 era stato un anno record, per Goldman Sachs e per le società del settore finanziario. Dopo la crisi del Covid-19, Wall Street era ripartita alla grande.

Quindi aveva assunto, passando dai 38mila dipendenti del 2019 ai 49mila in organico. Per attirare i talenti aveva offerto salari e bonus stellari. Scelte che hanno gonfiato i costi, sopportabili in un periodo di grande crescita. Negli stessi mesi del 2021, tuttavia, la Federal Reserve ha commesso un grave errore, giudicando l’aumento dell’inflazione transitorio.

Così ha continuato a garantire il denaro facile che ha aiutato aziende come Goldman Sachs a crescere, ma ha messo allo stesso tempo i semi per la crisi del 2022, quando è diventato evidente che la corsa dei prezzi non era un fenomeno passeggero, inducendo il presidente Jerome Powell ad alzare i tassi come non accadeva dagli anni Ottanta.

Risultato: nel terzo trimestre la banca ha visto calare i suoi profitti del 43%, ad ‘appena’ 3,07 miliardi di dollari. Abbastanza, secondo il management, per procedere con i licenziamenti di massa.

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