Da parte di tutti noi (europei) un bel regalo alle banche tedesche

Abbondante liquidità e tassi alti generano massicci pagamenti di interessi dalla banca centrale alle banche europee: una bella rendita per le banche e un bel costo per l’Eurosistema (cioè per tutti noi). Ciò implica trasferimenti a carico di alcuni paesi e a favore di altri. L’Italia è quello che ci perde di più.

Da parte di tutti noi (europei) un bel regalo alle banche tedesche

Le regole interne all’Eurosistema, formato dalla Banca centrale europea e dalle banche centrali nazionali (Bcn) dei paesi membri dell’Eurozona, comportano significativi trasferimenti di denaro tra una banca centrale nazionale e l’altra. In questo gioco, l’Italia è il paese che, nel 2023, ha perso più di tutti, mentre la Germania è quello che ne ha tratto maggiore beneficio. Ecco perché.

L’abbondante liquidità, eredità delle politiche di Quantitative easing (Qe) degli anni scorsi, viene depositata dalle banche sulla Deposit facility (Df) presso l’Eurosistema: ogni banca ha un deposito presso la Bcn del suo paese. Su questi depositi, le banche ricevono un interesse attualmente pari al 4 per cento, che l’anno scorso si è tradotto in 130 miliardi di euro: una bella rendita per le banche e un bel costo per l’Eurosistema.

Ma l’aspetto più curioso è come questo costo viene distribuito tra le banche centrali nazionali. Le regole prevedono che l’onere di interessi gravante sulla Df venga ripartito sulla base delle quote (misurate in base alla popolazione e al Pil di ciascun paese) che le Bcn detengono nel capitale della Bce.

Ad esempio, in base al bilancio presentato il 28 marzo scorso, nel 2023 la Banca d’Italia ha pagato interessi per 7,8 miliardi alle banche italiane sulla Df, ma ha dovuto versare altri 14,1 miliardi nelle casse dell’Eurosistema. E a chi vanno i versamenti fatti dalla Banca d’Italia e dalle altre Bcn che si trovano in una situazione simile (come la Banca di Spagna)? Vanno alle Bcn che sono nella situazione opposta.

La prima della lista è la Bundesbank, a cui fa capo il 31 per cento della dimensione complessiva della Df, sebbene detenga una quota capitale del 26 per cento. Secondo alcune stime, nel 2023, ha corrisposto 39 miliardi di interessi sulla Df alle banche tedesche, ma in base alla “ridistribuzione del reddito monetario” gliene sono stati attribuiti 33. Rimborsi di poco inferiori sono andati alle banche centrali di Francia e Lussemburgo, seguite da quelle di Olanda e Belgio.

Quanto sopra non vuole dire che il meccanismo di redistribuzione del reddito all’interno dell’Eurosistema sia di per sé sbagliato. Va però notato che l’80 per cento dei titoli governativi acquistati dall’Eurosistema con i programmi Pspp e Pepp sono stati acquistati dalle Bcn e il relativo rischio di credito ricade sulle singole Bcn

Il punto è che tale meccanismo genera forti redistribuzioni tra paesi. Fino a poco tempo fa il problema non esisteva. Ora gli elevati trasferimenti derivano dall’ampia liquidità in eccesso e dai tassi elevati: sulla Df ci sono in totale 3.500 miliardi di euro depositati. Questa liquidità non è distribuita in modo uniforme, ma è molto concentrata presso alcune banche, segnatamente tedesche (come riconosciuto dalla stessa Isabel Schnabel, membro del Comitato esecutivo Bce).

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