
La Banca Centrale Europea potrebbe sorprendere i mercati con un rialzo dei tassi di interesse già nel 2026. A riaccendere le aspettative sono le dichiarazioni di alcuni membri del Board e il tono più ottimistico adottato dalla presidente Christine Lagarde sull’andamento dell’economia dell’Eurozona. Dopo settimane dominate dalle attese di un possibile allentamento monetario, il quadro sta rapidamente cambiando.
I mercati anticipano la svolta
Secondo Bloomberg, gli operatori finanziari attribuiscono ora una probabilità superiore al 50% a un aumento dei tassi nel 2026, segnando una netta inversione rispetto alle previsioni di taglio che circolavano fino a pochi giorni fa.
Schnabel e l’ala “falco” della BCE
A guidare il cambio di passo è stata Isabel Schnabel, membro del Comitato esecutivo e considerata tra le voci più rigorose della BCE. “I tassi sono in una buona posizione. Ma i rischi sull’inflazione si sono spostati verso l’alto”, ha dichiarato Schnabel a Bloomberg. Secondo la banchiera, l’attenzione deve ora spostarsi con decisione sul medio termine, valutando se l’attuale livello dei tassi sia davvero coerente con il nuovo contesto macroeconomico.
Le colombe frenano: meglio tassi fermi
Non tutti nel Board condividono però l’ipotesi di una stretta imminente.
Il governatore della banca centrale lituana Gediminas Simkus ha sottolineato come l’inflazione resti vicina all’obiettivo del 2%, suggerendo che non sia necessario intervenire sui tassi, né a dicembre né nelle riunioni successive. Sulla stessa linea anche François Villeroy de Galhau, governatore della Banque de France, secondo cui la scelta più prudente resta mantenere i tassi invariati.
Lagarde: economia più resiliente del previsto
Nel frattempo, Christine Lagarde ha confermato che la BCE potrebbe rivedere al rialzo le stime di crescita già nei prossimi aggiornamenti ufficiali. Intervenendo a un evento del Financial Times, la presidente ha parlato di un’economia europea che “sta facendo meglio di quanto ci si aspettasse” e che mostra una sorprendente resilienza.
I possibili effetti sull’Italia
La notizia sulla possibile inversione di Francoforte non è buona per l’Italia la cui crescita economica, nonostante gli ingenti fondi del Pnrr, latita. L’aumento dei tassi metterebbe ulteriormente in difficoltà imprese e famiglie, oltre ad aumentare tendenzialmente il peso degli interessi passivi sul debito pubblico.







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