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La Banca centrale europea lascia invariati i tassi di interesse. Al termine della riunione di politica monetaria a Francoforte, il tasso sui depositi resta al 2%, quello sui rifinanziamenti principali al 2,15% e il tasso sui prestiti marginali al 2,40%. È la conferma di una fase di pausa dopo il ciclo di allentamento avviato nel 2024, che aveva portato a otto tagli per un totale di due punti percentuali.
Economia più resiliente del previsto
La decisione arriva insieme a una revisione al rialzo delle stime di crescita dell’area euro. Secondo le nuove proiezioni dello staff Bce, il Pil dell’Eurozona crescerà dell’1,4% nel 2025 (contro l’1,2% stimato a settembre), dell’1,2% nel 2026 e dell’1,4% nel 2027. Un segnale di tenuta dell’economia europea, sostenuta da esportazioni e consumi interni superiori alle attese.
Inflazione vicina al target
Sul fronte dei prezzi, Francoforte conferma uno scenario sotto controllo. L’inflazione è attesa al 2,1% nel 2025, all’1,9% nel 2026, all’1,8% nel 2027, per poi tornare al 2% nel 2028, in linea con l’obiettivo della Bce. Un quadro che rafforza la scelta di mantenere invariato il costo del denaro.
Lagarde: “Siamo in una buona posizione”
In conferenza stampa, la presidente Christine Lagarde ha ribadito che la Bce si trova in una “buona posizione” sul fronte della politica monetaria. La decisione è stata presa all’unanimità e, ha chiarito Lagarde, nel Consiglio direttivo non si è discusso né di un taglio né di un rialzo dei tassi. La banca centrale resta “dipendente dai dati”, ma nuovi interventi appaiono sempre più remoti in assenza di shock esterni.
Successione Bce, Lagarde resta neutrale
Interpellata sul futuro vertice della Bce, Lagarde ha mantenuto una posizione di totale neutralità: “Ci sono molti candidati di altissimo livello”. La scelta, ha ricordato, spetterà al Consiglio europeo.






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