La Bce sta sbagliando?

Il punto della questione è la natura dell’inflazione: se il livello dei prezzi al consumo è dopato, principalmente, dall’aumento dei costi dell’energia, una politica monetaria restrittiva è la medicina adatta?

La Bce sta sbagliando?

Fa discutere l’aumento del tasso di interesse guida di altri 75 punti deciso dalla Banca centrale europea. È il maggior rialzo dalla nascita dell’euro e, in teoria, la risposta al surriscaldamento dell’economia. Peccato, però, che l’economia europea sia ora in grossa difficoltà.

Ad esempio, Standard & Poor’s ha stimato che in Germania le aziende manifatturiere potrebbero essere costrette a tagliare la produzione del 25%. Di 150 miliardi di danni per le imprese è la valutazione del Kiel Institute for the World Economy.

Ecco perché qualcuno parla di un nuovo ‘errore Trichet’, il presidente della Bce che nel 2011 aumentò i tassi di interesse per due volte in una fase in cui l’economia dell’Eurozona iniziava a contrarsi, con effetti pro-ciclici per i Paesi della periferia.

Il punto della questione è la natura dell’inflazione: se il livello dei prezzi al consumo è dopato, principalmente, dall’aumento dei costi dell’energia, una politica monetaria restrittiva è la medicina adatta? Più in generale l’inflazione è un fenomeno solo monetario? Un dubbio che ci perseguita da centinaia di anni.

Il problema è che non tutte le inflazioni sono uguali. “La politica dei tassi alti serve per un’inflazione da domanda, non quando questa è dal lato dell’offerta (è appunto quest’ultimo il caso europeo, ndr)”, ha detto nei giorni scorsi il premio Nobel Joseph Stiglitz a Cernobbio.

Forse, come ha lasciato intendere Fabio Panetta, membro italiano del Comitato esecutivo della Bce, sarebbe necessaria una politica di “controllo dei prezzi”, più che un intervento volto a deprimere la domanda, peraltro già modesta. Il che ci riporta al ‘blocco’ dei prezzi dell’energia e allo stop alla speculazione. Dunque, non solo politica monetaria.

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