Il Regno Unito progetta il b(r)itcoin. Verso la rivoluzione della politica monetaria?

Londra studia come poter adottare una moneta digitale ufficiale, che affiancherebbe la sterlina. La circolazione del denaro non sarebbe più gravata dai costi bancari e arriverebbe direttamente all’economia reale

Londra studia il b(r)itcoin. Verso la rivoluzione della politica monetaria?

Il Regno Unito sta studiando la possibilità di introdurre una valuta digitale: il Britcoin. Andrebbe ad affiancare la sterlina. La Bank of England (la banca centrale britannica) stabilirebbe un equivalente digitale del denaro fisico, controllandolo allo stesso modo della sterlina.

Tra i promotori dell’iniziativa c’è il cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak. Il suo dicastero sarebbe il più interessato, con l’intento di regolare gli investimenti e i pagamenti in criptovalute. Secondo i sostenitori, il britcoin garantirebbe una serie di vantaggi ai cittadini e alle Pmi. Innanzitutto, taglierebbe i costi delle operazioni bancarie, abbattendo i tempi per il trasferimento di denaro all’interno del sistema. Inoltre, permetterebbe allo Stato di trasferire britcoin negli account dei cittadini, nell’eventualità di sussidi ‘helicopter money’ (erogazioni dirette; si tratta in pratica di una politica monetaria non convenzionale per cui una banca centrale crea del denaro e lo distribuisce direttamente ai consumatori).

Gli osservatori più scettici temono una maggiore instabilità finanziaria e una difficoltà nel regolare l’economia con politiche monetarie, come quelle relative ai tassi di interesse. Con il collegamento tra cittadini e Banca d’Inghilterra tramite conti bancari aperti direttamente presso l’organismo centrale, il costo di detenere moneta (ovvero i tassi di interesse) andrebbe applicato?

Inoltre il minor passaggio di denaro tramite le banche, d’altro canto, potrebbe provocare un aumento dei tassi di mutui e prestiti e del costo degli altri servizi forniti dagli istituti di credito.

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