Powell lancia il sasso ma nasconde la mano

Il numero uno della Federal Reserve: “Inizio del tapering possibile entro la fine dell’anno, ma non è il segnale di un aumento dei tassi”. Powell apre alla riduzione degli stimoli monetari entro il 2021. Non fornisce tuttavia una data

Powell lancia il sasso ma nasconde la mano
Jerome Powell, presidente della Fed dal 2018

L’inizio del tapering, la riduzione degli stimoli monetari Fed, è “possibile” entro la fine dell’anno. Ma un intervento troppo prematuro potrebbe rivelarsi “molto dannoso”, visto il clima di incertezza alimentato da alcune debolezze nell’economia Usa e dalla proliferazione della variante Delta.

Lo ha detto il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, nel suo video-discorso al simposio di banchieri di Jackson Hole (Stati Uniti). Powell non ha comunque fornito una tabella di marcia precisa per l’allentamento degli acquisti della Fed, pari oggi a 120 miliardi di dollari mensili, e ha sottolineato che il cosiddetto tapering “non è un segnale diretto di un vicino aumento dei tassi di interesse”. Sul capitolo inflazione, Powell ha ammesso che la fiammata dei prezzi “causa preoccupazione”, ma resta convinto che l’aumento sia provvisorio e si possa tornare al target del 2%.

La linea, dunque, è quella di un’apertura prudente. L’economia Usa - secondo il numero uno della Fed - resta sulla “strada giusta” per riassestarsi dal tonfo pandemico, grazie alla combinazione di “alti livelli di occupazione e partecipazione, benefici salariali ampiamente condivisi e un’inflazione prossima al nostro obiettivo di stabilità dei prezzi”.

Ma, al tempo stesso, rimangono sul terreno alcune incognite. Powell ha evidenziato i progressi del mercato del lavoro, “migliorato più del previsto”, ma ha ribadito che la disoccupazione è ancora troppo elevata. Senza dimenticare la variante Delta e i relativi rischi di breve termine.

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