“Parlo mai di astrofisica io? Parlo mai di biologia? … io non parlo di cose che non conosco”

“Parlo mai di astrofisica io? Parlo mai di biologia?”

Come dice Nanni Moretti, “io non parlo di cose che non conosco” e su questo siamo tutti d’accordo, ma questo non significa che “i fisici devono parlare solo di fisica” o “gli scienziati solo di scienza”. Il fisico Francesco Sylos Labini prende spunto dal regista e constata che prendere una posizione contro corrente è sempre difficile, sia nella scienza che nella società ma c’è una differenza fondamentale che bisogna sottolineare.

Prediamo due casi recenti. Negli ultimi giorni due diversi episodi che riguardano il ruolo pubblico degli scienziati sono stati all’attenzione dell’opinione pubblica in Italia: l’intervento sulla guerra del fisico Carlo Rovelli al concerto del Primo Maggio, e la polemica tra il geologo Alberto Prestininzi e Chloé Bertini di Ultima Generazione, un gruppo di attivisti sul problema dei cambiamenti climatici, nel programma di Corrado Formigli Piazza Pulita. Si prende qui in esame il secondo episodio.

Prestininzi fa parte di un piccolo gruppo di accademici che nega l’impatto umano sul riscaldamento climatico. Per questo è stato contrapposto a Chloé Bertini. L’idea era quella di stimolare un qualche contraddittorio: idea sbagliata – secondo Sylos Labini - poiché Prestininzi sostiene una tesi che nella letteratura scientifica non trova riscontri. Un recente studio di 88.125 articoli scientifici relativi al clima ha peraltro mostrato che il 99,9 per cento di questi concorda sul fatto che i cambiamenti climatici sono principalmente causati dall’uomo. 

Nonostante questi risultati, i sondaggi dell’opinione pubblica e le opinioni di politici e rappresentanti pubblici evidenziano l’errata convinzione che tra gli scienziati esista ancora un dibattito significativo sulla vera causa del cambiamento climatico.

Questo è l’effetto di trasmissioni come quella di Formigli: il grande pubblico non ha gli strumenti per comprendere la discussione scientifica che non avviene in Tv, ma nella letteratura scientifica in cui gli articoli sono revisionati dai pari. Se un articolo viene pubblicato non significa che sia necessariamente corretto, ma la revisione agisce da filtro per eliminare tesi assurde. Spesso, quando si ha una tesi innovativa, è difficile pubblicare un articolo scientifico e chi propone una nuova idea deve faticare ad affermarla: ma lo deve fare nella letteratura scientifica. Chi si rivolge al di fuori di essa, si pone automaticamente al di fuori della dinamica della ricerca scientifica, ed è questo il problema dei negazionisti climatici.

(Sono qui riportati alcuni passaggi di un articolo firmato dal fisico Francesco Sylos Labini e pubblicato su Roars).

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