Quando l’innovazione guarda al passato. Il futuro delle navi potrebbe essere a vela

Uno studio della Chalmers University of Technology sulle navi cargo dimostra che una propulsione (parziale) a vela potrebbe essere strategica per ridurre le emissioni di carbonio di oltre il 50 per cento entro il 2050

Il futuro delle navi potrebbe essere a vela

Un nuovo studio ha messo in evidenza come ridurre la resistenza aerodinamica delle navi del 7,5 per cento, aprendo un nuovo scenario: le navi cargo a vela potrebbero rappresentare una valida alternativa a quelle a combustibili fossili, mettendo insieme efficienza e rispetto dell’ambiente.

Una notizia rilevante visto che, per raggiungere gli obiettivi climatici, le emissioni di carbonio delle spedizioni navali devono essere ridotte di oltre il 50 per cento entro il 2050 rispetto ai livelli del 2008.

Il problema è che fino al 99 per cento del trasporto marittimo globale dipende attualmente dai combustibili fossili. Anche se l’elettricità può essere un’alternativa valida per alimentare piccole imbarcazioni su brevi tragitti, l’elettrificazione di navi più grandi e a lungo raggio è ostacolata dai limiti di autonomia delle batterie.

Ostacoli che potrebbe spingere nuove forme di innovazione che guardano però al passato. I ricercatori della Chalmers University of Technology (di Goteborg, Svezia), ispirati da una tecnologia aerodinamica utilizzata nell’aviazione, hanno trovato un modo per ridurre la resistenza aerodinamica di una nave (come già anticipato) del 7,5 per cento. Il risultato porta ad una maggiore efficienza energetica e un ridotto consumo di carburante.

“Per una petroliera che va dall’Arabia Saudita al Giappone, ciò significherebbe una riduzione del consumo di carburante di circa dieci tonnellate”, afferma il ricercatore della Chalmers Kewei Xu. Tutto grazie alla forza del vento. Una nave con propulsione eolica richiede un design aerodinamico più efficiente. Al centro del metodo per ridurre la resistenza c’è l’effetto Coanda. Questo si basa sulla tendenza di un fluido a scorrere – come l’acqua sul dorso di un cucchiaio – lungo una superficie curvata verso l’esterno.

“Con un design con bordi convessi sulla sovrastruttura della nave, consentendo all’aria di fluire attraverso le ‘fessure del getto’, l’effetto Coanda permette alla pressione dell’aria sullo scafo della nave di bilanciarsi. Questo, a sua volta, riduce considerevolmente la resistenza aerodinamica, rendendo la nave più efficiente dal punto di vista energetico”, spiega Kewei Xu.

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