C’è un’altra Bielorussia: è il Kyrgyzstan

Dopo le elezioni farsa è esplosa la protesta. Il paese, indipendente dal 1991, è ancora oggi fortemente legato a Mosca. Ma l’equilibrio potrebbe rompersi come sta accadendo a Minsk. E per Putin non è una buona notizia

C’è un’altra Bielorussia
Kyrgyzstan

Dopo il voto di domenica, che ha confermato la vittoria dei partiti al potere, ci sono stati scontri in Kirghizistan (che conta 6,5 milioni di abitanti) fra polizia e manifestanti che denunciano brogli elettorali. Alcune migliaia di persone sono sfilate in pieno centro a Bishkek nei pressi del Parlamento.

I risultati preliminari comunicati lunedì sera hanno confermato la maggioranza dei voti a due partiti già al potere accusati di corruzione. Dei 16 partiti in lizza solo 5 formazioni riescono a entrare nel Parlamento kirghiso.

Il partito filogovernativo Birimdik ha incassato più del 26% dei voti e la formazione Mekenim Kyrgyzstan, guidata da un membro della nomenklatura, ha ottenuto più del 24% delle preferenze. Solo altri 3 partiti hanno superato lo sbarramento del 7% dei consensi e possono quindi entrare alla Camera.

Ma le mobilitazioni sono servite a qualcosa: sotto la pressione crescente, la Commissione elettorale ha deciso di annullare il voto di domenica scorsa.

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