Oltre la Cina e gli Usa. Nella ri-globalizzazione selettiva c’è un terzo incomodo

La spinta verso la globalizzazione “selettiva” porterà i paesi ad aggregarsi sotto la sfera di influenza statunitense o cinese? Un terzo gruppo di Stati non allineati potrebbe avere un importante ruolo equilibratore negli anni a venire

Oltre la Cina e gli Usa. C’è un terzo incomodo

Sotto la spinta di alcune delle grandi economie emergenti, si sta profilando un nuovo ordine globale in virtù del quale la globalizzazione non sarà più la stessa. Ma il mondo non sarà semplicemente spartito tra Usa e Cina. Un terzo gruppo di Stati non allineati, infatti, potrebbe avere un importante ruolo equilibratore negli anni a venire.  

Molti paesi non vogliono né possono scegliere nettamente uno schieramento, e ciò sarà origine di frizioni e incomprensioni. Potrà però trasformarsi anche in un importante fattore equilibratore. Stiamo parlando dell’Indo-Pacifico, quella grande regione che - nelle parole di Josep Borrell, capo delle relazioni internazionali della Commissione europea - “è il luogo in cui si deciderà il futuro del nostro pianeta e della storia”.

L’Indo-Pacifico crea il 60 per cento del prodotto interno lordo globale. È la seconda destinazione delle esportazioni dell’Ue e ospita quattro dei dieci principali partner commerciali dell’Ue. Tra il 2011 e il 2021 il commercio con la regione indo-pacifica è cresciuto fortemente, con un aumento del 64 per cento per le importazioni e del 44 per cento per le esportazioni.

L’Ue è il principale partner per gli investimenti esteri diretti (Ide) della regione indo-pacifica: il totale degli Ide nell’area è stato di un trilione di euro nel 2020. Data la crescita dinamica della regione, entro il 2030 la grande maggioranza (cioè il 90 per cento) dei 2,4 miliardi di nuovi membri della classe media a livello mondiale proverrà da questa regione.

Da qui passano le arterie dell’economia globale: un terzo del commercio marittimo globale in volume viaggia attraverso il Mar Cinese Meridionale e il 40 per cento del commercio dell’Ue attraverso lo stretto di Taiwan. A ciò si aggiungono la crescente capacità produttiva, la dinamica demografica e l’abbondanza di risorse naturali, specialmente di quelle necessarie alla transizione ecologica.

L’Indo-Pacifico è una “terra di mezzo” tra Estremo oriente e Europa, su cui si affacciano sia Cina che Stati Uniti. Per entrambi sarebbe di grande importanza strategica poter contare sulla sua amicizia esclusiva. I paesi indo-pacifici sembrano invece ritenere che sia nel loro interesse non concedere alcuna esclusiva, mantenendosi, laddove possibile, neutrali, in modo da ricoprire una funzione di stabilizzazione del nuovo ordine globale.

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