Israele? È nato anche grazie a un batterio

Nella Grande guerra, un chimico sionista salvò l’Inghilterra dalla sconfitta. In cambio, ottenne il sogno di un popolo: una nazione per gli ebrei.

Israele? È nato anche grazie a un batterio

1914: la Prima guerra mondiale infuria. L’artiglieria consuma proiettili a ritmi mai visti. Il Regno Unito è in crisi: senza munizioni, rischia la disfatta. Il nodo? Mancano esplosivi. E, per farli, serve acetone. Ma l’Inghilterra non ne ha più: lo importava da nemici ora in guerra.

Il colpo di genio del professor Weizmann

La svolta arriva da Chaim Weizmann, chimico ebreo e sionista. Isola un batterio, il Clostridium acetobutylicum, capace di produrre acetone da amido (mais, frumento, patate). Soluzione perfetta: funziona, è economica, è producibile in massa nelle fabbriche di birra e gin inglesi.

Dalle castagne matte alla vittoria

Per evitare di sottrarre cibo alla popolazione, si ricorre ai frutti dell’ippocastano, le “castagne matte”: inutili per l’uomo, ma perfette per i batteri. Il risultato è incredibile: dalle 500.000 munizioni del 1914 si passa a 50 milioni nel 1917. La guerra cambia volto.

La promessa di uno Stato

Il primo ministro britannico Lloyd George, riconoscente, chiede a Weizmann: “Cosa posso fare per sdebitarmi?” La risposta è storica: “Voglio solo una nazione per la mia gente”. Poco dopo arriva la Dichiarazione Balfour, che auspica uno Stato ebraico in Palestina. Il resto è storia: nel 1948 nasce Israele, con Chaim Weizmann primo presidente.

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