
Tra la fine del 2023 e l’inizio del 2025, secondo uno studio congiunto di Profundo, BankTrack e PAX, lo Stato di Israele ha emesso obbligazioni destinate a finanziare la guerra - war bonds - per 19-20 miliardi di dollari che sono state comprate da 7 banche.
Goldman Sachs ne ha acquistate per 7,2 miliardi, Bank of America per 3,5 mld, Citigroup per 2,9 mld, Deutsche Bank per 2,5 mld, Bnp Paribas per 2 mld, Jp Morgan per 700 milioni e Barclays per 500 mln.
Reuters, dal canto suo, ha confermato che le istituzioni coinvolte – comprese Bank of America, Citi, Deutsche Bank, Goldman Sachs, JPMorgan – hanno agito da underwriter per le emissioni israeliane, come quella da 5 mld di dollari registrata all’inizio del 2025.
In sintesi, le banche delle Big Three e una manciata di istituti europei hanno ‘investito’ sulla guerra di Israele.
Ad alcune società produttrici di armi israeliane sono giunti ingenti fondi del programma europeo Horizon. In particolare, attraverso la società greca Intracom Defense, controllata dalla compagnia pubblica di armamenti israeliana, la Israeli Aerospace Industries, partecipa a 8 progetti Horizon per oltre 92 milioni di euro e ha ricevuto almeno 15 mln tramite il Fondo Europeo per la Difesa (EDF) per 15 progetti (incluso il drone ‘Actus’), come rivelato da fonti investigative di Investigate Europe e EU Observer.
Carta canta. Se si leggono i documenti disponibili, non è poi così difficile comprendere chi e come consenta a Netanyahu di portare avanti la guerra. Anzi, le guerre.