Intesa sui dazi Ue-Usa: il vero accordo resta ancora da scrivere

Divergenze nei testi, nessun vincolo giuridico e tensioni crescenti: il patto di Turnberry tra Unione Europea e Stati Uniti è ancora lontano da un’intesa definitiva

Intesa sui dazi Ue-Usa: il vero accordo resta ancora da scrivere

Il summit di Turnberry tra Usa e Ue doveva sancire una svolta storica sulle tensioni commerciali transatlantiche. E invece, a oggi, resta una bozza d’intesa non vincolante, con testi differenti pubblicati da Bruxelles e Washington. Il rischio? Che tutto salti entro il 1° agosto, data teorica entro cui formalizzare un accordo.

I nodi: farmaci, chip e digital tax

A dividere le due sponde dell’Atlantico non sono solo le parole, ma soprattutto le questioni sostanziali. Tra i punti più controversi ci sono i dazi su chip e farmaci (che l’Ue sostiene non siano attualmente tassati) e la tassazione dei servizi digitali. Bruxelles ha chiarito: nessun impegno è stato preso per bloccare la Digital Tax o modificare la normativa sul Digital Services Act e sul Digital Markets Act.

L’UE prende tempo, Trump alza la voce

Se da un lato la Commissione Europea procede con cautela, evitando concessioni definitive prima di avere un testo chiaro, dall’altro lato l’amministrazione Trump mantiene un atteggiamento muscolare. Alla richiesta iniziale di dazi al 30%, l’Ue ha risposto negoziando un tetto al 15%: un compromesso che non soddisfa nessuno, ma che evita lo scontro diretto.

Von der Leyen sotto pressione: 600 miliardi e armi

L’accordo contiene promesse difficili da mantenere: 600 miliardi di investimenti europei negli Stati Uniti e acquisti di armamenti che Trump dà per acquisiti. Ma l’Ue non è uno Stato federale: Von der Leyen non può obbligare le imprese private né disporre liberamente di fondi pubblici senza l’approvazione dei 27.

I governi vogliono vedere il testo finale

Nel Coreper II, il comitato che riunisce gli ambasciatori dei Paesi membri, le tensioni restano sottotraccia. Ma c’è un messaggio chiaro: nessuna posizione verrà presa prima della stesura definitiva dell’accordo. Undici Paesi hanno già chiesto il ripristino delle quote d’importazione del 2012-2013 su acciaio e alluminio.

Ue: “Decidiamo noi sulle regole digitali”

La Commissione ha risposto con fermezza alla Casa Bianca: “Non cambiamo le nostre regole e il nostro diritto di regolamentare autonomamente nello spazio digitale.” Così ha affermato un portavoce del Commissario al Commercio, sottolineando che lo spazio normativo europeo non è oggetto di trattativa.

Tra diplomazia e bluff, l’intesa è in bilico

L’Unione Europea ha pubblicato un documento esplicativo con i contenuti dell’accordo: confermati alcuni numeri (come il 15% di dazi su specifici beni), ma (come detto) permangono divergenze profonde con il testo Usa. Il vero accordo resta ancora da scrivere, e ogni giorno può essere decisivo.

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