
Dopo settimane di cautele, stretto tra il pressing di Emmanuel Macron e il timore dell’ira di Donald Trump, il premier britannico Keir Starmer cede alle richieste, sempre più esplicite, di ministri e parlamentari laburisti.
“Il Regno Unito riconoscerà lo Stato palestinese a settembre, prima dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite”, annuncia il primo ministro a meno che Israele non adotti misure sostanziali per porre fine alla “situazione spaventosa” a Gaza e non soddisfi altre condizioni, come il cessate il fuoco.
Dopo la Francia, la Gran Bretagna diventerà il secondo Paese del Consiglio di sicurezza dell’Onu, la seconda nazione del G7 e la 149/ma a riconoscere lo Stato palestinese. Una mossa che serve in primo luogo a mettere pressione a Israele perché metta fine alla guerra a Gaza e alla tragedia umanitaria che conta ormai 60mila morti e i vivi ridotti alla fame.
“Starmer premia il mostruoso terrorismo di Hamas e punisce le sue vittime. Uno Stato jihadista al confine con Israele oggi minaccerà la Gran Bretagna domani”, si indigna il premier israeliano Benyamin Netanyahu. “Insieme riapriamo la prospettiva di pace”, gioisce invece la Francia di Macron che per mesi, senza successo, aveva cercato di convincere Londra e Berlino a un riconoscimento congiunto durante l’assemblea delle Nazioni Unite a settembre.