
La crisi tra Washington e Pechino esplode dopo che la Cina ha stretto i controlli sulle esportazioni di minerali critici. Trump ha reagito definendo le misure “ostili” e ha annunciato che dal 1° novembre 2025 scatteranno dazi extra del 100% su molte merci cinesi, e controlli all’export sui software essenziali. Ha inoltre cancellato l’incontro già pianificato con Xi Jinping in Corea del Sud.
I mercati restano scossi
Le dichiarazioni hanno avuto un impatto immediato sui mercati: così venerdì (10 ottobre) circa 1.500 miliardi di dollari di capitalizzazione sono evaporati nel giro di poche ore.
Controlli cinesi su chip e minerali
Pechino ha imposto nuove restrizioni alle esportazioni di terre rare e metalli essenziali, affermando che chi produca chip avanzati dovrà ottenere licenza per usare minerali cinesi, anche se estratti altrove. L’annuncio ha alimentato timori tra le imprese globali, specie quelle legate all’industria hi-tech e alla difesa.
Bruxelles contro Pechino: “agisca da partner affidabile”
L’Unione europea mette subito le mani avanti. Il portavoce Ue per il Commercio, Olof Gill, ha avvertito che Bruxelles sta esaminando le misure cinesi e si aspetta “accesso stabile e prevedibile” alle materie prime critiche. Durante il recente summit Ue-Cina, era stato concordato proprio un maggior impegno sulla trasparenza e condizioni certe per il mercato dei magneti e terreni rari.
Trump vs Xi: incontro rinviato
Tornando all’asse Washington-Pechino, Trump ha spiegato come i rapporti con Xi fossero positivi fino a poche settimane fa. Ora, però, ha dichiarato che, se non ci saranno passi concreti da parte cinese, il dialogo rimane congelato.
Un mondo tra economia, potenza e diplomazia
Dietro le mosse tariffarie si cela una partita più grande che riguarda direttamente il controllo della tecnologia, la supremazia nelle catene globali dei chip e il diritto di plasmare il futuro dell’economia mondiale.