La doppia faccia degli Usa. Accusano Pechino ma continuano a importare il cotone cinese

Blinken sulla Cina: “È repressiva in patria e aggressiva verso il mondo”. Secondo il segretario di Stato Usa, Pechino mira a diventare dominante nel mondo. Nel frattempo le importazioni statunitensi del cotone cinese volano

Gli Usa accusano Pechino ma continuano a importare il cotone cinese

La Cina sta mostrando un atteggiamento aggressivo che sfida l’ordine mondiale e le sue regole: lo ha affermato il segretario di Stato Usa Antony Blinken. “È l’unico paese al mondo che ha la capacità militare, economica e diplomatica di minare o sfidare l’ordine basato sulle regole che noi siamo determinati a difendere - ha spiegato -. La Cina ha aggiunto - agisce in modo più repressivo in patria e in modo più aggressivo all’estero. Questo è un dato di fatto.”

Il ministro degli Esteri statunitense è poi tornato anche sulla repressione della minoranza uigura. Il capo della diplomazia Usa ha ribadito di ritenerlo "un genocidio". A dispetto, tuttavia, di questa dichiarazione è possibile rilevare che le relazioni commerciali rispondono a logiche non sempre comprensibili. E le “vendette” a volte mancano l’obiettivo.

Le importazioni statunitensi di cotone dallo Xinjiang finite in black list per le accuse a Pechino di utilizzare lavoro forzato, mosse tra gli altri da Usa, Europa, Regno Unito, sono raddoppiate nei primi tre mesi del 2021, nonostante le misure adottate. Il ministero del Commercio degli Stati Uniti ha registrato un aumento del 113% dall’anno precedente nei primi tre mesi del 2021, pari a 64.4 milioni di dollari.

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