Dopo l’Ue, anche il G7 rinvia all’autunno l’idea di Draghi sul gas

Il rinvio a settembre/ottobre della decisione in merito alla fissazione di un tetto massimo al prezzo del gas potrebbe essere tardivo e forse inutile. Mentre sull’oro blu si vedrà, il G7 ha dato l’ok a quello sul petrolio. Ma anche se si decidesse di bloccare il prezzo del gas chi pagherebbe la differenza rispetto al prezzo di mercato: i governi nazionali o l’Ue?

Dopo l’Ue, anche il G7 rinvia all’autunno l’idea di Draghi

I paesi del G7 hanno deciso nel vertice che si è tenuto nelle Alpi bavaresi di lavorare a livello tecnico per adottare un tetto al prezzo del petrolio russo, pur di ridurre le entrate petrolifere del Cremlino. Il tentativo verrà allargato anche al prezzo del gas.

“Mentre eliminiamo gradualmente il petrolio russo dai nostri mercati domestici – spiegano i sette paesi in un comunicato -, cercheremo di sviluppare soluzioni che soddisfino i nostri obiettivi di ridurre le entrate russe dagli idrocarburi e di sostenere la stabilità dei mercati energetici globali, riducendo al minimo gli impatti economici negativi, soprattutto sui Paesi a basso e medio reddito”.

Quanto al gas, il comunicato si limita ad accogliere “con favore la decisione dell’Ue di esplorare con i partner internazionali le modalità per contenere l’aumento dei prezzi dell’energia, compresa la possibilità di introdurre, ove opportuno, dei tetti temporanei ai prezzi delle importazioni”. Il riferimento è al più recente vertice comunitario che si è svolto nei giorni scorsi a Bruxelles, quando si è deciso di posticipare a dopo l’estate la decisione sull’oro blu.

Se sul petrolio l’impegno del G7 è piuttosto chiaro, la posizione sul gas risulta sfumata. L’idea è di stabilire un tetto al prezzo del petrolio, imponendolo agli assicuratori e ai trasportatori di greggio che sono sotto la sua giurisdizione. Il petrolio è tendenzialmente trasportato via mare. Lo stesso meccanismo è più difficile da imporre al gas, poiché questo viaggia via gasdotto, rileva il Sole24Ore. Commentando la questione, anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz, ha ammesso le differenze di approccio tra petrolio e gas.

Sul particolare versante del gas, bisogna poi fare la differenza tra il gas trasportato via gasdotto e il gas liquefatto che di solito viaggia per nave. Si tratta di un’ulteriore complicazione, soprattutto per l’Ue. Il tetto al prezzo del petrolio, per esempio, richiederà il consenso della Grecia, di Cipro o di Malta, paesi con importanti flotte marittime, che negli anni sono diventati fornitori di Mosca nel trasporto di greggio.

A livello comunitario, la questione del gas è dunque economica e soprattutto politica. Se si decidesse davvero di fissare un prezzo del gas chi pagherebbe la differenza rispetto al prezzo di mercato? I governi nazionali o l’Ue?

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