Altro capitolo del "trade game", nuovi dazi degli Stati Uniti contro la Cina

Gli Stati Uniti impongono nuovi dazi del 25% su beni "made in China" per un valore di 50 mld di dollari. La decisione presa per punire la Cina accusata di rubare tecnologie alle aziende statunitensi e i diritti sulla proprietà intellettuale

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La voce di quoted

Il 14 giugno un monito è giunto dal direttore del Fondo monetario internazionale. Secondo Christine Lagarde le politiche commerciali dell'amministrazione Trump probabilmente danneggeranno l'economia statunitense e mineranno il sistema commerciale mondiale. Per essere ancora più esplicita ha chiarito che una guerra commerciale porterebbe a "perdenti da entrambe le parti". Ad ogni modo, ciò che preoccupa maggiormente l’Fmi non sono tanto le conseguenze economiche - il rallentamento del Pil di una frazione di punto percentuale – quanto gli effetti sul “sentiment”. Lagarde sa quanto contino fiducia e psicologia nell’economia reale. Anche il resto del mondo lo sta scoprendo spaventato dalle decisioni, fino ad ora solo in parte applicate davvero, di Trump.

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, imporrà nuovi dazi del 25% su beni "made in China" per un valore di 50 mld di dollari. La decisione - presa per punire Pechino accusata di rubare tecnologie alle aziende Usa e di violare i diritti sulla proprietà intellettuale – dovrebbe essere annunciata nelle prossime ore.

Il piano

Le tariffe, che interessano più di 800 prodotti del valore di 34 miliardi di dollari su base annua, entreranno in vigore il 6 luglio. La Casa Bianca si è riservata di applicare successivamente i dazi sui restanti 16 mld. In altri termini, se la Cina si vendicasse, come si è già impegnata a fare, gli Stati Uniti imporranno ancora più tariffe, ha avvertito Trump, che ha poi spiegato così la scelta: “Gli Stati Uniti non possono più tollerare le pratiche economiche sleali”.

Escluse le Tv

Le linee di prodotti cinesi che sono state colpite vanno dai pneumatici degli aerei alle turbine e alle lavastoviglie. Pensando, forse, al suo elettorato ha ritenuto di escludere dalla lista i televisori. Secondo la Casa Bianca non dovrebbero comunque esserci ripercussioni negative sui consumatori statunitensi.

Reazione Cina

Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Geng Shuang, ha subito replicato: “Se gli Stati Uniti adotteranno misure unilaterali e protezionistiche che danneggiano gli interessi cinesi, risponderemo prendendo le decisioni necessarie per salvaguardare i nostri legittimi diritti e interessi”.

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