
Il presidente colombiano Gustavo Petro ha siglato a Pechino un accordo per l’adesione ufficiale della Colombia alla Belt and Road Initiative (BRI), l’ambizioso progetto cinese per l’espansione globale delle infrastrutture. L’intesa rappresenta un nuovo e importante tassello nella strategia di penetrazione economica di Pechino in America Latina, una regione storicamente sotto influenza statunitense.
Petro firma la Nuova Via della Seta: la Colombia si unisce alla BRI
Durante l’incontro, Xi Jinping ha promesso 66 miliardi di yuan in crediti (8,44 miliardi di euro) ai paesi membri della Comunità di Stati Latinoamericani e Caraibici (Celac), spingendo sempre più l’interscambio commerciale con il blocco regionale, che ha ormai superato i 458,5 miliardi di euro all’anno. Tuttavia, il Brasile – pur collaborando strettamente con la Cina – ha messo in guardia i partner: attenzione a non dipendere eccessivamente dai finanziamenti esterni.
Lula porta a casa 36 accordi: Brasile e Cina sempre più vicine
Resta il fatto che, negli stessi giorni, il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva è volato a Pechino con un’agenda ben precisa. Il risultato? 36 accordi commerciali per un valore complessivo di 4,40 miliardi di euro, focalizzati su energia, agroalimentare e settore automobilistico.
Nel 2024, gli scambi tra Cina e Brasile hanno toccato i 172,52 miliardi di euro, confermando Pechino come primo partner commerciale del gigante sudamericano. Durante l’incontro con Xi Jinping, Lula ha ribadito la sua linea contro il neo-protezionismo promosso dagli Stati Uniti sotto la presidenza Trump, auspicando un sistema multilaterale più equo e regolato dall’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto).
La sfida geopolitica si gioca in America Latina
L’attivismo cinese nel continente americano si inserisce in una partita strategica di ampio respiro. Offrendo credito, tecnologia e infrastrutture, la Cina sta costruendo un sistema di alleanze economiche alternative all’asse Washington-Bruxelles, in un momento in cui l’Occidente sembra concentrato su tensioni interne e guerre commerciali.
Intanto, cresce il dibattito sul rischio di dipendenza strutturale da Pechino da parte delle economie latinoamericane, che beneficiano sì di investimenti e scambi, ma al prezzo di potenziali squilibri politici e industriali.