Stati Uniti e Cina trainano la ripresa globale

Secondo l’Fmi, quest’anno l’economia globale crescerà del 6% al traino di Washington e Pechino. Le misure messe in campo dai Paesi (16 mila miliardi di dollari) hanno impedito una crisi tre volte peggiore, ma gli stimoli devono proseguire. E le disuguaglianze aumentano

Usa e Cina trainano la ripresa globale

Il Fondo monetario internazionale rivede al rialzo le previsioni sulla ripresa economica globale. Rispetto ai calcoli di gennaio, si registra un miglioramento delle stime di 0,5 punti percentuali al +6% globale e +4,4% per il 2022 (+0,2 punti), dopo la storica contrazione del -3,3% del 2020.

L’Organizzazione con sede a Washington – che si è detta “molto favorevole” all’imposizione di una tassa globale minima sulle aziende, rilanciata da Biden e Yellen - frena tuttavia gli entusiasmi ricordando che restano sfide aperte e che la pandemia non è ancora sconfitta, come dimostra la crescita dei contagi in alcuni Paesi.

A trainare il miglioramento della proiezione globale sono soprattutto gli Stati Uniti, che salgono di 1,3 punti percentuali nella loro previsione e sfondano la soglia del +6%. Per la Cina si stima un Pil in rialzo dell’8,4% nel 2021 e del 5,6% nel 2022, dopo una crescita del 2,3% nel 2020.

La differenza dei ritmi di ripresa lascerà comunque una ferita difficilmente colmabile nel breve periodo: l’Fmi stima infatti che una fetta aggiuntiva di 95 milioni di persone sia entrata in povertà nel 2020 rispetto alle previsioni ante-Covid.

All’interno dei Paesi, altre disuguaglianze minacciano di esplodere: i lavoratori più giovani e meno qualificati sono le vittime più frequenti della crisi, le donne in particolare nei Paesi emergenti hanno pagato un prezzo più alto.

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