‘The rich-poor divide’, aumenta la disuguaglianza a livello globale

Il Fondo monetario evidenzia come ci siano due velocità diverse tra economie avanzate che hanno alti tassi di vaccinazione e quelle emergenti che non tengono il passo

‘The rich-poor divide’, aumenta la disuguaglianza a livello globale
Gita Gopinath, capo economista dell’Fmi

Sull’economia mondiale arriva il monito del Fondo monetario internazionale. La ripresa è messa a dura prova dalle possibili conseguenze di nuove varianti di Covid, in particolare nelle parti del mondo dove le campagne di vaccinazioni proseguono lentamente, molto lentamente, e dai colli di bottiglia che ostacolano il rimbalzo della produzione industriale e minacciano di rendere più robusta la corsa dei prezzi.

Nell'aggiornare le sue previsioni sull'andamento globale, l’Organizzazione con sede a Washington (che ha confermato la fiducia alla direttrice Georgieva, sospettata di aver favorito la Cina quando era alla guida della Banca Mondiale) rivede al ribasso la previsione sul Pil del 2021.

Rispetto alle stime di luglio, la previsione sul Pil mondiale del 2021 scende al 5,9% e quella per il prossimo anno rimane ferma al 4,9%. Ma dietro queste percentuali si celano altri dati disaggregati che disegnano una forbice più ampia tra aree geografiche ed economiche che si allarga sempre più.

Da una parte le economie avanzate, dove le campagne vaccinali sono arrivate a numeri importanti e lo spauracchio maggiore sono piuttosto i problemi nelle forniture, i prezzi dell'energia e delle materie prime in genere. Dall'altra quelle in via di sviluppo o povere, dove il 96% della popolazione non è ancora vaccinato, mentre nei Paesi ricchi il 60% e oltre ha completato il suo ciclo.

Ecco perché il Fondo parla di “great vaccine divide”, in cui la disponibilità del siero sta facendo da discrimine per le prospettive economiche. Non a caso, mentre l'output delle economie avanzate è atteso riprendere il sentiero di crescita pre-pandemico già nel 2022, nei mercati emergenti e in via di sviluppo resterà 5,5 punti percentuali sotto la traiettoria immaginata ante-Covid ancora nel 2024.

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