
Il premier François Bayrou ha annunciato un piano di risanamento da 44 miliardi di euro per il 2026. Tra le misure più discusse, la proposta di sopprimere due giorni festivi nazionali, citando come esempi il lunedì di Pasqua e l’8 maggio, giornata della Vittoria nella Seconda guerra mondiale. “Ma siamo pronti a valutare altre soluzioni”, ha precisato.
Debito al 114% del Pil: la Francia sotto pressione
Con un debito pubblico che sfiora il 114% del Pil, la Francia è oggi il terzo paese più indebitato della zona euro, dopo Grecia e Italia. “Ogni secondo il nostro debito cresce di 5.000 euro”, ha ammonito Bayrou, ricordando l’esempio greco come un monito da non ignorare.
Congelamento di pensioni e welfare nel 2026
Un’altra misura chiave riguarda la spesa sociale: nel 2026 non ci sarà alcun adeguamento all’inflazione per pensioni e prestazioni assistenziali. Il congelamento permetterà di risparmiare circa 7 miliardi di euro, ma rischia di accendere nuove tensioni sociali.
“Non cerchiamo di durare. Vogliamo cambiare le cose”
Il piano, presentato in conferenza stampa, arriva in un contesto politico estremamente fragile. Bayrou ha dichiarato di non avere una maggioranza parlamentare e di essere “alla mercé delle opposizioni”, in primis del Rassemblement National di Marine Le Pen, che già lo scorso anno ha fatto cadere il governo Barnier.
Obiettivo: deficit al 2,9% entro il 2029
L’esecutivo punta a ridurre il deficit al 4,6% del Pil nel 2025 (rispetto al 5,8% attuale) e poi portarlo sotto la soglia europea del 3% entro il 2029. Ma il percorso è stretto, anche perché il presidente Macron ha annunciato un aumento della spesa per la difesa di altri 7 miliardi tra 2026 e 2027.
Tra tagli, tensioni e rischio censura
Bayrou ha riconosciuto che “la strada è difficile” e ha evocato apertamente i “rischi di censura” da parte del Parlamento. Ma ha anche ribadito che “il governo non vuole salvarsi, vuole agire”. Un messaggio forte, in un momento che lui stesso ha definito “critico per la storia della Francia”.