Il Sudan è in profondo rosso. E spera nella Russia

L’invasione dell'Ucraina avrà conseguenze drammatiche sulla sicurezza alimentare del Paese dove l’inflazione è superiore al 250%

Il Sudan è in profondo rosso. E spera nella Russia
Sudan

Il Sudan sta camminando sull’orlo del baratro. Il colpo di Stato dello scorso anno (ottobre 2021), che ha riportato i militari al governo del paese, e la guerra in Ucraina sono una miscela esplosiva per un paese che, dopo la cacciata del vecchio dittatore Omar al-Baschir nel 2019 – trent’anni di governo indiscusso - sembrava aver visto un poco di luce nella sua travagliata storia.

La comunità internazionale aveva accolto con favore quella ‘rivoluzione’, arrivando a condonare parte del debito e a riprendere i finanziamenti per risollevare l’economia. Invece, nell’ottobre del 2021, il sogno è svanito e ora il Sudan deve fare i conti con una crisi profonda, che si sta aggravando ulteriormente. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, avrà conseguenze drammatiche sulla sicurezza alimentare del Sudan.

Secondo Save the Children, entro la fine del 2022 venti milioni di persone saranno insicure dal punto di vista alimentare su 45 milioni di sudanesi, quasi la metà della popolazione. E le ragioni sono presto dette: l’87% del grano arriva da Russia e Ucraina. Tutto ciò in un contesto dove, secondo l’Onu, già un sudanese su tre ha bisogno di aiuti umanitari in un paese dove l’inflazione si avvicina al 260%, la moneta è in caduta libera e il prezzo del pane è decuplicato dal colpo di stato militare che ha privato il paese di ogni sostegno internazionale. In un colpo solo lo Stato ha perso il 40% delle sue entrate: la Banca Mondiale ha sospeso due miliardi di dollari di aiuti e gli Stati Uniti 700 milioni.

Ma le cose sembrano andare ancora peggio: Washington nel 2021 aveva inviato 300 mila tonnellate di grano, ma non consegnerà le 400 mila tonnellate promesse nel 2022.

I colonelli, che gestiscono il paese sin dall’indipendenza nel 1966, sembrano non curarsi nemmeno dell’abbandono della comunità internazionale e mantengono il controllo dell’industria locale degli armamenti, il Sudan è il terzo produttore africano di armi dopo il Sudafrica e l’Egitto. L’influenza dei militari, che tocca molti altri settori vitali per l’economia del paese, si ricollega al legame con la Russia. È noto che i mercenari della Wagner sono presenti nel paese, ma Putin, che li sta richiamando da più scenari, continuerà con il sostegno a Khartoum?

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