Nella “fase 2” a casa giovani e donne

Il 72% di coloro che rientrano al lavoro il 4 maggio sono uomini. Alle donne non resterà che farsi carico ancor di più della cura della famiglia in un paese dove il tasso di occupazione delle donne in Italia non arriva al 50%, il gap con quello maschile raggiunge i 18 punti.. Anche i giovani rimangono a casa. E si tratta di due categorie che già avevano difficoltà sul mercato del lavoro

Nella “fase 2” a casa giovani e donne

Il 4 maggio si riparte. Ma non tutti. Quali sono i lavoratori interessati dalla riapertura?Il 72% sono uomini. Il risultato non è una sorpresa, dal momento che le attività manifatturiere e delle costruzioni (quelle autorizzate a riaprire) sono tipicamente a predominanza maschile.

Tuttavia, questo massiccio rientro al lavoro di uomini finirà per caricare di ulteriori compiti di cura le donne all’interno delle famiglie, rischiando di ridurre ancora di più la loro offerta di lavoro.

C’è poi il capitolo anziani. Se da un lato è stato riscontrato che il tasso di mortalità del coronavirus sia più alto per le classi di età più anziane della popolazione, dall’altro lato le misure di blocco delle attività produttive hanno interessato in misura più rilevante i lavoratori più giovani. Le attività che riapriranno sembrano confermare il dato.

Tra quelle che restano chiuse 1 lavoratore su 3 ha meno di 30 anni e quasi 2 su 3 hanno meno di 40 anni, mentre tra quelle che sono aperte o riapriranno a breve la distribuzione è spostata verso le fasce meno giovani.

In altre parole, sono i più giovani a sopportare le maggiori limitazioni a causa del lockdown, dal momento che anche dopo il 4 maggio molti dovranno continuare a restare a casa. 

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