Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina una delle strategie adottate dall’Occidente per colpire Mosca, oltre alle sanzioni, è consistita nel sequestro di beni nelle mani degli oligarchi russi. Da fine febbraio le autorità italiane hanno sequestrato almeno quattro superyacht, ma queste operazioni potrebbero costare molto salato alle casse pubbliche. La sola manutenzione di questi colossi del mare potrebbe valere 50 milioni l’anno.
Uno degli yacht sequestrati in Italia è - secondo il governo statunitense - legato al presidente russo Vladimir Putin: si tratta di un’imbarcazione da 650 milioni di dollari. Le autorità italiane hanno anche bloccato la barca a vela più grande del mondo, che vale 550 milioni.
Dall’inizio della guerra, i governi occidentali hanno sequestrato più di 10 superyacht collegati ai magnati russi. Queste navi nel loro complesso valgono almeno quattro miliardi di dollari. Ma mantenere una di queste imbarcazioni in buono stato durante la navigazione può costare dal 10% al 15% del valore ogni anno, se è in porto il costo scende al 3%. Ma anche considerando la stima al ribasso, i governi statunitense e italiano pagheranno ciascuno più di 50 milioni di dollari all’anno per mantenere le loro flotte di megayacht sequestrati.
Tra gli yacht più grandi sequestrati dagli Stati uniti c’è Amadea, che, secondo Washington, appartiene al miliardario Suleyman Kerimov. Per gestire l’imbarcazione, sebbene sia in porto, servono 33 persone. Inoltre, le tasse per la permanenza nelle acque di san Diego per qualsiasi nave sequestrata sono pari a 1.000 dollari al giorno.
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