
Il premier francese promette un esecutivo “di scopo” per riportare stabilità politica ed economica, ma il nodo delle pensioni resta il vero banco di prova.
Sébastien Lecornu, riconfermato premier da Emmanuel Macron, ha annunciato la formazione del suo secondo governo: 34 ministri e un obiettivo preciso — approvare la manovra finanziaria entro fine anno. “È un governo di scopo, per l’interesse della Francia e non dei partiti”, ha scritto Lecornu su X, ringraziando chi ha accettato l’incarico “al di là degli interessi personali”.
La nuova squadra mischia volti noti e tecnici di alto profilo. Tra i principali: Gérald Darmanin alla Giustizia, Laurent Nunez all’Interno, Catherine Vautrin alla Difesa, Roland Lescure all’Economia, Jean-Noël Barrot agli Esteri e Rachida Dati alla Cultura.
Francia in bilico tra crisi politica e vincoli di bilancio
Macron avrebbe affidato al premier “carta bianca” per rimettere in carreggiata un Paese che, secondo Le Monde, si trova in una “doppia impasse”: economica e democratica.
Con un debito che supera il 110% del PIL e un deficit previsto al 5,3% nel 2025, la Francia deve affrontare la realtà di un bilancio insostenibile. Ma la politica, divisa tra tre blocchi inconciliabili — centro macroniano, destra di Le Pen e sinistra del NFP — sembra paralizzata.
“Per decenni — scrive l’editorialista del quotidiano francese Stéphane Lauer — i governi hanno evitato di affrontare il problema del debito, aggravandolo pur di restare al potere”.
Il nodo delle pensioni (e il rischio sociale)
La riforma delle pensioni, esplosiva sul piano politico, torna così al centro del dibattito. Lecornu dovrà decidere se congelarla o rivederla, sapendo che ogni passo falso può innescare nuove proteste e indebolire ulteriormente l’esecutivo.
Il premier punta a una manovra di rigore, ma anche a un dialogo “con i sindacati e con l’Europa”, dove Bruxelles osserva con preoccupazione la situazione francese in vista delle regole di bilancio 2026.
L’industria guarda a Parigi: “Serve stabilità”
Il mondo economico francese accoglie con cautela il nuovo governo. Le imprese chiedono certezze e un piano industriale per evitare la fuga degli investimenti, mentre i mercati attendono segnali concreti sulla riduzione della spesa pubblica.