La Francia non aiuta l’Ucraina. Perché?

Le più importanti misure intraprese dalla Germania dopo l’inizio della guerra (dal riarmo allo scudo energetico) indicano che Berlino si sta muovendo da sola, ossia in direzione inevitabilmente anti-europea. E anti-francese

Parigi non aiuta l’Ucraina. Perché?

Nella classifica dei fornitori per aiuti all’Ucraina, sia umanitari che militari, la Francia occupa una posizione piuttosto bassa. Secondo l’Ukraine Support Tracker dell’Istituto per l’economia mondiale di Kiel (Germania), gli Stati Uniti sono in testa con il 49% delle consegne, l’altra metà è in mano agli europei. Parigi è al settimo posto in termini di aiuto complessivo (umanitario, finanziario, militare), ma scende al dodicesimo (ventiduesimo se correlato alla ricchezza del paese) limitando la classifica al settore strettamente militare.

È interessante leggere questi dati in rapporto alla Germania. L’Express riporta che mentre da Berlino proverrebbe il 9% delle forniture militari occidentali, Parigi si attesta solo sull’1.4%. Questi numeri mettono in evidenza due elementi.

Primo, la Francia non ha abbandonato l’idea che con la Russia si debba trattare. Per questo il suo sostegno a Kiev nei fatti è più contemplativo di quello di statunitensi, britannici e polacchi. La reazione francese ai recenti attacchi missilistici russi che hanno bersagliato diverse città ucraine è in tal senso indicativa. Emmanuel Macron si è impegnato a velocizzare la consegna di una nuova partita di obici semoventi Caesar, ma non sta valutando l’invio del sistema di difesa antiaerea Samp/T (di fabbricazione franco-italiana), che invece sarebbe cruciale in questa specifica fase della guerra. Berlino dal canto suo ha invece promesso di consegnare sistemi di difesa antiaerea Iris-T Slm.

Il secondo elemento da rilevare è proprio la recrudescenza della latente conflittualità nell’asse franco-tedesco. Benché ripetutamente attaccata (molto più della Francia) da ucraini e polacchi per la timidezza e i ritardi nelle manifestazioni concrete di sostegno all’Ucraina, la Germania è oggi il terzo paese europeo per aiuti militari forniti, dopo Polonia e Regno Unito.

La Francia sta facendo le spese di tale rinnovata assertività tedesca. Il minore contributo dato all’Ucraina dipende in buona parte dal titolo di potenza mediatrice (perciò meno antirussa) di cui la Francia vuole fregiarsi, ma risponde anche del momento di crisi che sta attraversando. Il faticoso ritiro dall’Africa e le turbolenze sul fronte interno drenano molte energie alla proiezione di potenza francese. Il cui slancio è compromesso anche dalla crescente difficoltà nel contenere Berlino nel quadro dell’architettura comunitaria: al netto delle esternazioni retoriche, le più importanti misure intraprese dalla Germania dopo l’inizio della guerra (dal riarmo allo scudo energetico) indicano che Berlino si sta muovendo da sola, ossia in direzione inevitabilmente anti-europea. E anti-francese.

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