‘Case green’, l’impatto della direttiva cadrà davvero sulla testa dei proprietari?

Secondo la Commissione Europea e ora anche secondo il Parlamento di Strasburgo è necessario imprimere un cambio di passo nelle emissioni inquinanti degli edifici. Ma chi pagherà?

‘Case green’, l’impatto della direttiva cadrà sulla testa dei proprietari?

Le nuove regole votate il 14 marzo dall’Europarlamento sulle case ‘green’ che impongono la classe E entro il 2030 e la D entro il 2033 nell’edilizia residenziale privata, si abbatteranno come uno tsunami sulle tasche dei proprietari di casa?

La filosofia che attraversa la direttiva è quella della riqualificazione del parco immobiliare esistente: è qui che secondo la Commissione Europea e ora anche secondo il Parlamento di Strasburgo è necessario imprimere un cambio di passo nelle emissioni inquinanti degli edifici.

Il testo della norma europea prevede che gli Stati membri presentino piani nazionali per la riqualificazione, seguendo un principio-guida: sarà necessario disegnare una mappa degli edifici più energivori individuando il 15% degli immobili prioritari che secondo alcune stime in Italia sarebbero circa 1,8 milioni di case. Sarà pertanto inevitabile procedere a una riclassificazione energetica di tutto il patrimonio immobiliare.

Probabilmente ci sarà modo e tempo per ammorbidire i paletti allargando il più possibile le maglie degli esoneri e delle eccezioni, che potrebbero riguardare soprattutto quelli situati nei centri storici.

C’è poi la teorica opzione degli incentivi: l’impatto della direttiva cadrà davvero sulla testa dei proprietari? O lo Stato si farà carico (in parte o del tutto) delle spese che scaturiranno dalla norma europea? E in Italia, a Superbonus chiuso e con gli altri bonus edilizi in fase di ridimensionamento, cosa accadrà? Una bella sfida per le istituzioni europee e per i governi nazionali. 

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