Patto di stabilità, trovato l’accordo ma i paesi ad alto debito rischiano di avere le mani legate

Sono rimaste invariate le salvaguardie quantitative volute dalla Germania (riduzione del debito dell’1 per cento annuo se supera il 90 per cento del Pil; deficit all’1,5 per cento nei periodi di crescita)

Patto di stabilità, trovato l’accordo ma i paesi ad alto debito rischiano

Nella notte tra venerdì e sabato è stato raggiunto l’accordo tra il Parlamento europeo e i rappresentanti del Consiglio europeo sulla revisione delle regole del Patto di stabilità e di crescita.

Riduzione del debito in base al Pil. I Paesi con livelli di indebitamento eccessivo saranno tenuti a rispettare requisiti supplementari di rientro, tra cui quello di ridurre il debito di 1 punto percentuale l’anno se hanno il debito/Pil sopra la soglia del 90 per cento e di 0,5 punti percentuali l’anno se tra il 60 e il 90 per cento (le vecchie regole prevedevano la riduzione di un 20esimo ogni anno quando superiore al 60 per cento del Pil).

Le situazioni di difficoltà. Nel caso in cui il deficit di un Paese superi il 3 per cento del Pil il requisito sarà di ridurlo nei periodi di crescita per portarlo all’1,5 per cento del Pil “in modo da ripristinare dei margini di bilancio per le situazioni di difficoltà”.

Riduzione annuale del deficit. Inoltre si applicheranno anche “riferimenti numerici ulteriori” su quanto vada ridotto il deficit ogni anno. Alla fine del periodo di riferimento di medio termine, i Paesi saranno tenuti ad aver messo il livello di debito, quando in eccesso, “su una traiettoria di calo plausibile”, senza però riferimenti numerici fissi.

L’autorizzazione a deviare dal percorso di spesa. Su richiesta di uno Stato membro, il Consiglio può concedere l’autorizzazione a deviare dal percorso di spesa del Paese nel caso in cui circostanze eccezionali, al di fuori del suo controllo, determinino un forte impatto sulle sue finanze pubbliche. Verrebbe specificato un limite di tempo per tale deviazione, ma questo periodo può essere prorogato se le circostanze eccezionali persistono. 

La proroga può essere concessa più di una volta. La proroga avrebbe una durata massima di un anno e potrebbe essere concessa più di una volta.

Esclusi dalle spese del governo i programmi finanziati dall’Ue. Inoltre le spese nazionali per il cofinanziamento di programmi finanziati dall'Ue saranno escluse dalle spese del governo, creando maggiori incentivi agli investimenti. I piani dovranno anche fornire informazioni sul fabbisogno di investimenti pubblici, vale a dire dove esistono lacune negli investimenti.

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