
In Germania, non è (più) un tabù parlare di guerra. Né di debito. Il governo spinge sull’acceleratore del riarmo, aumentando in tempi record il budget per la difesa. Ma il vero problema non sono i fondi, visto l’ampio margine fiscale su cui può contare Berlino, bensì la carenza di uomini e donne in divisa. Secondo le stime, mancherebbero tra i 50 e i 60 mila soldati per far fronte a uno scenario definito Ernstfall, il “caso serio”: un conflitto armato sul suolo nazionale.
Il piano Merz: addestrare i civili, con il supporto delle imprese
Il cancelliere Friedrich Merz ha sorpreso l’opinione pubblica chiedendo esplicitamente il supporto delle aziende. Durante un intervento alla giornata della BDI (la Confindustria tedesca) ha invitato i manager a liberare i propri dipendenti per partecipare all’addestramento militare. L’obiettivo è potenziare la riserva attiva della Bundeswehr.
“Credo che valga la pena difendere la nostra democrazia e la nostra libertà. Ma questo ha delle conseguenze, anche per il mondo del lavoro”, ha dichiarato Merz.
Riservisti e nuovi assunti: le cifre della Bundeswehr
Le forze armate tedesche contano attualmente 183 mila militari e 81 mila civili, ma il governo intende rafforzare l’organico. Il ministro della Difesa Boris Pistorius ha annunciato l’intenzione di arruolare 10 mila nuovi soldati e 1.000 impiegati civili entro fine anno. Le risorse sono già state inserite nell’ultimo bilancio approvato dal gabinetto.
Ritorno alla leva obbligatoria? Il dibattito è (ri)aperto
Il dibattito politico ha ormai travolto un altro tabù: la coscrizione obbligatoria. Abolita nel 2011 durante il governo Merkel, oggi viene considerata da molti un errore da correggere. “Con la sola volontarietà non ce la faremo”, ha dichiarato Merz. Anche Patrik Sensburg, presidente dell’associazione riservisti, propone di riattivare la leva, anche per le donne, se il Bundestag lo approverà.
La Germania si prepara al peggio
Dietro la svolta tedesca c’è una nuova consapevolezza strategica, secondo cui l’Europa non sarebbe immune dai venti di guerra. Con l’invasione russa in Ucraina ancora in corso e la tensione internazionale crescente, Berlino cerca di colmare quelle che valuta essere le proprie vulnerabilità. E non si esclude più nessuno scenario.