Per ottenere il cessate il fuoco, Kiev deve ritirare le sue truppe dalle 4 regioni in parte occupate o la smobilitazione e la fine degli aiuti militari stranieri.
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Chi pensava che i raid ucraini avvenuti domenica sulle basi aeree russe a migliaia di chilometri dal confine avessero ammorbidito la posizione di Mosca, si deve ricredere.
Nella nuova tornata di trattative dirette svoltasi a Istanbul, la delegazione russa ha presentato (in un memorandum) una serie di durissime richieste per una pace negoziata, e anche per un semplice cessate il fuoco.
Secondo il testo del documento, Mosca propone a Kiev due opzioni per ottenere un cessate il fuoco. La prima appunto è il ritiro delle forze ucraine dal territorio delle quattro regioni rivendicate dai russi, e da loro parzialmente occupate: Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhya e Kherson.
La seconda opzione prevede tra l’altro l’inizio della smobilitazione delle forze di Kiev, la revoca della legge marziale, l’esclusione della presenza di truppe straniere in Ucraina, la fine degli aiuti militari stranieri a Kiev e la tenuta di elezioni entro cento giorni dopo la revoca della legge marziale.
Durissime anche le condizioni per una soluzione politica del conflitto. Tra queste: il riconoscimento internazionale dell’appartenenza alla Russia delle quattro regioni più la Crimea, annessa nel 2014; proclamazione della neutralità dell’Ucraina (che rinuncerebbe quindi ad entrare nella Nato), il divieto di attività militari nel Paese di altri Stati e l’imposizione di limiti precisi alle forze armate ucraine.