
La Norvegia si avvia a restare sotto guida laburista. Secondo le proiezioni della tv pubblica NRK, il blocco progressista del premier uscente Jonas Gahr Store è in vantaggio 89 seggi a 80 sul centrodestra, garantendo così la continuità del governo.
La destra radicale raddoppia
L’ex ministra Sylvi Listhaug, leader del Partito del Progresso (FrP), esplode alle urne e si afferma come nuova guida dell’opposizione. Definita da Le Figaro la “Meloni del Nord”, ha raddoppiato i voti rispetto al passato, ma la sua avanzata è costata cara agli alleati conservatori, crollati ai minimi storici.
Lo “Stoltenback” che ha fatto la differenza
Determinante, secondo gli analisti, il ritorno sulla scena politica nazionale di Jens Stoltenberg, ex segretario generale della Nato e ora ministro delle Finanze. Il suo sostegno ha ridato slancio ai laburisti in una campagna elettorale dominata da inflazione, caro energia e timori legati alla Russia.
Sfide per la nuova maggioranza
Se Store potrà puntare a un secondo mandato, non sarà però semplice costruire una nuova coalizione. Sul tavolo restano divisioni profonde, tra cui: le trivellazioni petrolifere, le richieste dei Verdi per una loro graduale eliminazione, e la spinta dell’estrema sinistra di “Potere Rosso” a disinvestire dal fondo sovrano legato a Israele, misura osteggiata dai laburisti.