Il 40 per cento della Terra potrebbe cambiare zona climatica entro il 2100

Tra le aree più colpite le regioni polari, l’Europa e il Nord America

Il 40 per cento della Terra potrebbe cambiare zona climatica entro il 2100

Entro il 2100 il riscaldamento globale potrebbe causare variazioni così importanti di temperatura e precipitazioni da costringere a ridisegnare la mappa delle zone climatiche su quasi la metà delle terre emerse del Pianeta. È quanto emerge dalle simulazioni pubblicate sulla rivista Earth’s Future.

Simulando i cambiamenti previsti al 2100, emerge che fino al 40-50 per cento delle terre emerse potrebbe ritrovarsi proiettato in una nuova zona climatica, con rilevanti conseguenze che riguarderebbero l’ecosistema, l’agricoltura, la situazione sanitaria (con la probabile diffusione di malattie), ecc.

Il clima tropicale potrebbe espandersi dal 23 per cento al 25 delle terre emerse, mentre le zone aride salirebbero dal 31 per cento al 34. Cambiamenti molto evidenti sono attesi nelle zone climatiche fredde di Europa e Nord America, che potrebbero ritrovarsi in una nuova zona climatica rispettivamente con l’89 per cento e il 66 del loro territorio. 

I cambiamenti più significativi potrebbero interessare invece la zona polare, che agli inizi del Novecento rappresentava l’8 per cento delle terre emerse, mentre oggi si è già ristretta al 6,5.

Movimenti iniziati da decenni ma che ora stanno subendo un’accelerazione. Dall’inizio del XX secolo, la Terra ha già visto cambiare la classificazione climatica del 14,77 per cento delle sue terre, con i cambiamenti più significativi rilevati in Nord America, Oceania ed Europa.

In merito al Vecchio Continente potrebbero entrare in gioco anche fattori inattesi: tra questi, lo scioglimento dei ghiacci della Groenlandia potrebbe entrare in ‘collisione’ con la calda corrente del Golfo del Messico che rende meno fredda la vita in Europa. Se ciò avvenisse davvero, la prospettiva per il Vecchio Continente sarebbe quella di un forte raffreddamento.

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