Sarà la Luna a liberare la Terra dall’energia fossile?

Il mercato dell’energia ricavata dalle maree è in forte espansione. Ocean Energy Systems ne stima una potenzialità globale pari a 750 GW entro il 2050, quasi due volte la capacità nucleare globale attuale

Sarà la Luna a liberare la Terra dall’energia fossile?

C’è un settore che sta spumeggiando di idee più di altri. È quello dell’energia oceanica, con la benedizione della Luna. Il satellite, da sempre fonte di ispirazione per l’uomo, si rivela ora anche in grado di fornire energia “green”, grazie alla benevola attrazione che esercita su di noi.

Sebbene quelle eolica e solare siano aumentate del 75% tra il 2013 e il 2016, le rinnovabili hanno comunque fornito “soltanto” il 10% dell'elettricità mondiale e ancora meno rispetto alla domanda energetica complessiva. Ma questa nuova risorsa – indotta dal movimento degli oceani - è abbondante e funziona anche con maree molto basse. Quindi, ovunque.

Una coalizione di 25 paesi, chiamata Ocean Energy Systems, stima una potenzialità globale derivata dalle maree e dalle onde di 750 GW entro il 2050, quasi due volte la capacità nucleare globale attuale. A livello europeo, la Commissione prevede 100 GW per lo stesso anno. In tal modo si verrebbe a coprire il 10% del fabbisogno elettrico dell’Ue.

Alcuni Stati si sono già mossi. Tra questi Canada, Irlanda, India, Corea del Sud, e Cina. Ma il rifiuto (nel 2018) del governo britannico di dare il via libera a un progetto sulle maree da 1,3 miliardi di sterline a Swansea ha riportato tutti sulla Terra, ricordando che il settore è comunque agli albori e non tutti sono d’accordo sulle effettive potenzialità.

L'energia generata dall’innalzamento e dall’abbassamento degli oceani è più avanzata di quella eolica. In entrambi i casi si utilizzano le pale, che sfruttano i flussi dei mari determinati dalla Luna nello stesso modo in cui viene catturato il vento.

Non solo maree, ma anche onde. C’è chi ha voluto portare oltre la sfida: catturare la potenza dei flutti, missione ancora più complessa. L’azienda Wave Swell, fondata da Tom Denniss in Australia, utilizza un dispositivo simile ad uno sfiatatoio, che aspira l’aria spostata dal movimento delle onde. Wedge Global, altra impresa del settore, sfrutta invece il movimento verticale di boe che rimbalzano attaccate ad un palo.

Stiamo parlando di un'industria rivoluzionaria con un grande potenziale in termini di occupati e crescita. Che, in più, contribuirebbe alla transizione verso un mondo alimentato dalle rinnovabili. Questo processo, tuttavia, potrebbe essere ostacolato dal mercato dell’eolico, ormai maturo e con prezzi più competitivi. Ed è ancora da chiarire l’entità dell’impatto che potrebbe avere sull’ambiente marino.

Resta da capire, infine, quanto potrà essere grande l’ondata di energia rinnovabile generata da quella oceanica. Le tecnologie sono state collaudate, pertanto, potrebbe essere il momento di aumentare la produzione e ridurre i costi. Ben sapendo che finché la Luna girerà intorno alla Terra le maree ci saranno, sempre. Mentre non si può avere vento tutti i giorni.

Articolo precedentemente pubblicato su La Stampa

 

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