Clima, invertire la rotta è (ancora) possibile. Una storia positiva e costruttiva dal Brasile

Il Ministero della transizione ecologica ha installato il primo orologio climatico in Italia: abbiamo 6 anni e 7 mesi per riportare l’aumento della temperatura del Pianeta entro 1,5°. Per salvare la Terra, ‘Time for the Planet’ punta a creare e finanziare aziende che lottano contro Il ‘climate change’ a livello globale.

Clima, invertire la rotta è possibile. Una storia positiva dal Brasile
Sebastião Salgado e Lélia Salgado

In Brasile, una coppia ha piantato 2 milioni di alberi in 20 anni per creare una foresta. In totale sono tornate circa 172 specie di uccelli, 33 di mammiferi, 293 specie di piante, 15 specie di rettili e 15 specie di anfibi, un intero ecosistema ricostruito da zero. La coppia in questione, che è formata dal pluripremiato fotografo Sebastião Salgado, autore del “Sale della Terra”, e da sua moglie, Lélia Salgado, produttrice e ambientalista, ci offre un esempio concreto, ricordandoci che il cambiamento è possibile.

Ma quanto tempo abbiamo per salvare il Pianeta? Il 4 giugno scorso il Ministero della transizione ecologica ha installato il primo orologio climatico in Italia che segna un tempo decisamente ravvicinato. Abbiamo 6 anni e 7 mesi per invertire la rotta e riportare l’aumento della temperatura del Pianeta entro 1,5°.

Invertire la rotta è solo una questione economica? L’organizzazione non profit ‘Time for the Planet’ ha deciso di partire proprio dal terreno economico, dettando le sue regole: creare e finanziare aziende che lottano contro i mutamenti climatici a livello mondiale. Nata nel 2019 a Lione (Francia) dall’idea di sei giovani imprenditori, si è posta l’obiettivo di raccogliere 1 miliardo di euro per creare 100 imprese che agiscano contro il riscaldamento globale.

Queste aziende pubblicheranno le loro innovazioni open source (ad accesso aperto) e agiranno da moltiplicatore: quando ‘Time for the Planet’ crea un’azienda, altre ne seguono le orme e incrementano la sua innovazione. Infatti, “non c’è più tempo per farsi concorrenza, è tempo di collaborare” (è il motto dell’organizzazione).

L’obiettivo è la riduzione dei gas a effetto serra fino a raggiungere la neutralità carbonica. Per raggiungere l’obiettivo sono stati individuati 4 ambiti di intervento complementari: zero emissioni (sviluppare fonti di energia e materiali che non emettano gas a effetto serra), efficienza energetica (migliorare il rendimento energetico e ridurre il consumo di risorse), sobrietà (ridurre il nostro fabbisogno per limitare le emissioni di gas a effetto serra lungo tutta la catena di produzione), cattura (catturare e intrappolare i gas a effetto serra per ridurre la loro concentrazione nell’atmosfera).

Per i 4 ambiti di intervento, ‘Time for the Planet’ ha anche individuato le 20 problematiche da affrontare con urgenza in cinque diversi campi: energia, industria, trasporti, agricoltura, edilizia. I fatti sono sotto i nostri occhi e i numeri che cita l’organizzazione non hanno bisogno di essere commentati: l’80% dell’energia mondiale proviene da fonti fossili e porterà il riscaldamento globale tra +2° e +7°. Questo scenario avrà gravi ripercussioni sull’umanità intera: carestie, rifugiati climatici, e tensioni geopolitiche.

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