Eppure i dazi a qualcuno piacciono. E non è un colosso statunitense...

La multinazionale europea ArcelorMittal, primo produttore mondiale di acciaio, segna un utile netto nel secondo trimestre del +56% spinto dalle tariffe imposte da Trump a marzo

Eppure i dazi a qualcuno piacciono. E non è un colosso statunitense...

Può sembrare contro-intuitivo ma c’è una multinazionale europea che ha tratto un chiaro vantaggio dai dazi imposti dagli Stati Uniti. Il più grande produttore di acciaio al mondo, il colosso europeo ArcelorMittal, chiude il secondo trimestre con un utile netto di 1,9 miliardi di dollari, in crescita del 56% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Per l'intero semestre l'utile è stato pari a 3,1 mld. I ricavi sono saliti nel trimestre da 17,2 a 19,9 mld. L'ebitda è salito da 2,1 a 3,073 mld. Dati inattesi dai mercati.

Le tariffe hanno favorito i conti

Nonostante i dazi del 25% sull’acciaio introdotti a marzo dal presidente degli Stati Uniti, escludendo inizialmente Ue e Canada, e poi revocando a giugno le due esenzioni, ArcelorMittal riconosce di aver tratto beneficio dalle nuove barriere tariffarie, che hanno finito per far salire sensibilmente il prezzo. A tal punto che la multinazionale non si mostra preoccupata neanche per una probabile escalation delle tensioni commerciali.

Ilva

ArcelorMittal, colosso con sede in Lussemburgo nato dalla fusione di due tra le più grandi aziende del settore, Arcelor e Mittal Steel Company, avvenuta nel 2006 e che oggi conta 200 mila dipendenti, ha tra gli obiettivi anche quello di far tornare l'Ilva "come il fornitore leader dell'acciaio in Italia". Il motivo è lampante: la terza economia europea è anche il secondo maggior consumatore di acciaio. Dopo aver ricevuto il via libera dalle autorità europee, la decisione per l'acquisizione da parte del nuovo governo italiano è stata spostata al 15 settembre.

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