Si può evitare un aumento dell’immigrazione con una maggiore natalità?

Il governo vuole che le donne aumentino di molto il numero di figli. Ma il sistema reggerebbe – senza un aumento degli immigrati – solo se ogni madre passasse da 1,24 a 2,1 bambini. Gli immigrati ancora indispensabili per finanziare le pensioni.

Si può evitare un aumento dell’immigrazione con una maggiore natalità?

Il Bel Paese è sempre più vecchio a causa dell’allungamento dell’aspettativa di vita e del crollo della natalità (il numero dei nati è sceso da più di 900 mila unità ogni 12 mesi negli anni Sessanta a meno di 400 mila nel 2022).

La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha recentemente indicato che, piuttosto che puntare su una maggiore immigrazione, quel che serve per affrontare il problema demografico dell’Italia e le sue ripercussioni sulla nostra economia sono misure per incentivare l’occupazione femminile e la natalità.

Secondo le previsioni ufficiali di base del ministero dell’Economia e delle Finanze, reiterate nel recente Documento di economia e finanza, l’aumento del rapporto tra spesa per pensioni e Pil potrà essere contenuto in circa un punto percentuale da qui al 2040 solo ipotizzando andamenti molto favorevoli della produttività, del tasso di disoccupazione, della partecipazione al mondo del lavoro, del tasso di fecondità (numero medio di figli per donna) e del numero di immigrati che si stabiliranno in Italia, contribuendo all’aumento degli occupati e alla crescita del Pil. Un processo di immigrazione e di integrazione regolare sembrerebbe, quindi, una componente essenziale per contenere le pressioni derivanti dall’invecchiamento della popolazione.

Dunque, è possibile evitare gli effetti indesiderati del calo demografico senza un aumento dell’immigrazione? Cosa dicono i numeri? In realtà, senza un aumento degli immigrati, contenere gli effetti del declino demografico sul rapporto tra spesa pensionistica e Pil richiederebbe un incremento del tasso di fecondità dall’attuale 1,24 a 2,1 figli per donna, un aumento che sembra improbabile anche con politiche molto intense a favore della natalità.

Politiche di immigrazione regolare sembrano quindi un elemento necessario – insieme a quelle per rimuovere gli ostacoli alla natalità e incentivare il lavoro femminile – di una strategia per affrontare il problema demografico.

Pertanto, evitare un aumento del rapporto tra immigrati e popolazione attraverso un miglioramento del tasso di fecondità appare piuttosto complicato. Occorre anche considerare che aumentare il tasso di fecondità richiede il dispendio di notevoli risorse pubbliche cui si dovrebbero aggiungere le maggiori spese per l’istruzione dei nuovi nati.

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